Incassato il successo alle elezioni Europee e al G7 a presidenza italiana, Giorgia Meloni ha il dovere di farsi finalmente carico di uno sterminio. I suicidi nelle nostre carceri: 44 dall’inizio dell’anno, 4 nelle ultime 24 ore.
Si sono tolti la vita nei penitenziari di Sassari, Ariano Irpino, Biella e Teramo. Erano detenuti giovani e anziani, italiani e stranieri.
Non sarà una passeggiata per la premier prendere in pugno la situazione: lo schieramento che sostiene il suo governo è, in maggioranza, storicamente giustizialista.
Ma dopo il G7 Giorgia Meloni è più forte, i suoi consensi volano nei sondaggi e ha il Papa dalla sua parte, che per i suicidi nelle carceri ha sempre e solo avuto parole di compassione e misericordia.
Gli oppositori più crudeli e cinici a un intervento per migliorare la tragica condizione di vita nei nostri istituti di pena, si sa, sono drastici nel sostenere che chi delinque non merità pietà.
“Numeri indegni di un Paese civile”
La polizia penitenziaria insorge. «Numeri pazzeschi, indegni di un paese civile», denuncia Gennarino De Fazio, segretario della Uilpa Polizia penitenziaria. «Non abbiamo più parole per commentare e appellarci alla sensibilità della politica. A fronte di tutto ciò, infatti, si notano due grandi assenti, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e il governo Meloni. Suicidi, omicidi, risse, aggressioni, stupri, traffici illeciti, ma cos’altro deve accadere affinché l’esecutivo prenda atto dell’emergenza in essere e vari misure consequenziali?».
Il Consiglio d’Europa esige «l’immediata adozione di efficaci interventi sulle disastrose condizioni delle carceri e per una maggiore trasparenza delle informazioni». Il comitato dei ministri due giorni fa ha emesso una nota in cui “constata con grande preoccupazione che le misure adottate finora dalle autorità non sono riuscite ad arrestare l’allarmante tendenza negativa dei suicidi in carcere, osservata dal 2016 e proseguita nel 2023 e all’inizio del 2024″.
Crisi profondissima
I sindacati degli agenti da tempo chiedono un decreto-legge per risolvere il dramma del sovraffollamento nelle carceri, dove si accalcano ben 14mila detenuti in più rispetto alla capienza. «Servono assunzioni straordinarie e accelerate nel corpo di polizia penitenziaria, mancante di almeno 18mila unità, e il potenziamento dell’assistenza sanitaria, soprattutto psichiatrica, in crisi profondissima. Parallelamente, vanno avviate riforme strutturali. Siamo dentro un’ecatombe», aggiunge De Fazio.
Aldo Di Giacomo del Sindacato di polizia penitenziaria richiama l’attenzione su un ulteriore, grande sofferenza nel corpo della Polizia penitenziaria. «L’altra faccia della medaglia dell’emergenza carcere è l’aumento di aggressioni e violenze al personale penitenziario, che ha raggiunto il 40% in più nel giro di pochi mesi. Nella stessa giornata del suicidio a Teramo, sono 8 gli agenti aggrediti e costretti a ricorrere alle cure dei medici».