A Teheran hanno arrestato una donna che non aveva indossato “correttamente” l’hijab (e vorremmo sapere tanto com’è questo modo “corretto). Portata in malo modo e costretta a salire sul van della polizia, intorno alla vicenda regna il silenzio.
Un silenzio che fa male, soprattutto da parte di quelle pseudo femministe che dicono di battersi per i diritti delle donne.
Lei non è una donna perché non è italiana? Lei è meno donna di voi che potete uscire liberamente nude e scosciate e postare foto dei vostri culi sui social?
No, lei è sicuramente più donna di tutte noi, che vede la sua femminilità usurpata, deturpata, uccisa. Il farla salire sul van è il minore dei mali, perché quelle donne è come se già fossero morte dentro.
Care femministe, guardate al di là dei vostri peli e incazzatevi per Teheran
In un mondo non dico ideale, ma quasi, ci sarebbero già delle sommosse popolari, delle proteste, dei segni di ribellione.
Invece no, siamo in grado di combattere “battaglie” come quelle degli asterischi a fine parola, a riempirci la bocca della parola inclusione, quando qui di inclusivo non c’è proprio un cazzo. Siamo bravissimi a fare i finti moralisti, e questo è un esempio LAMPANTE dell’ipocrisia di un certo popolino italiano.