Secondo i dati che vengono raccolti su base fiscale nel codice Ateco “49.32.10 – trasporto con taxi”, nel periodo tra il 2017 e il 2019 i tassisti hanno dichiarato in media poco più di 1.250 euro lordi al mese. Ecco perché la gente preferisce Uber ormai
Tutti indignati nei confronti delle auto bianche dopo le dichiarazioni dei redditi di molti tassisti italiani. Tra il 2017 e il 2019, hanno dichiarato in media un reddito annuo di poco sopra ai 15 mila euro lordi, per uno stipendio mensile di circa 1250 euro sempre ovviamente lordi.
A Milano, per esempio, secondo i redditi dichiarati dagli stessi tassisti, avrebbero guadagnato 19.591 euro lordi, mentre a Roma 12.817, spicca Bologna con 20.298. Fanalino di coda tra le grandi città, Napoli con 6.725 euro lordi dichiarati.
Cifre, quelle che stupiscono i clienti che pagano, e non certo poco, per le corse. Motivo per il quale ormai scelgono tutti preferiscono Uber.
Ma quale crisi, siete evasori fiscali
Malgrado una pandemia mondiale alle spalle e il boom del turismo specie nelle grandi città, per i taxi è ancora crisi nera. E’ quanto emerge dai dati del ministero dell’Economia relativo al periodo 2017-2022. Le dichiarazioni striderebbero con i costi delle licenze e l’acquisto dell’auto.
Un’elaborazione di questi dati pubblicata dal Sole24Ore individua l’incompatibilità con l’entità delle spese che i tassisti devono sostenere, che vanno dalla manutenzione delle automobili necessarie al loro lavoro fino all’acquisto stesso della licenza, che può costare decine di migliaia di euro.
Le discrepanze tra i costi sostenuti e i redditi dichiarati sono dunque evidenti. I tassisti sostengono costi elevati ma dichiarano redditi relativamente bassi. Qua non si tratta di crisi, ma semplice evasione fiscale.
Le nuove misure fiscali e le finalità
Per affrontare queste discrepanze, il governo italiano ha introdotto nuove misure fiscali. Il 15 giugno è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto che introduce il Concordato Preventivo Biennale (Cpb).
Le nuove misure fiscali mirano a ridurre l’evasione fiscale nel settore dei taxi. Il Concordato Preventivo Biennale metterà sotto stretta sorveglianza i redditi non dichiarati, garantendo una maggiore trasparenza. L’obiettivo è ottenere un quadro più accurato dei guadagni dei tassisti italiani.