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Il deficit dell’Italia nel mirino della Ue

Il deficit italiano è mel mirino dell'Ue - Fonte: Ipa - Dillingernews.it


La Commissione europea ha presentato oggi il “Pacchetto di primavera” in cui sono previste anche le sanzioni per chi non rispetta i parametri (3 per cento di deficit e 60 per cento nel rapporto debito/pil) stabiliti dal nuovo patto di stabilità.

L’Italia è nel mirino insieme a Belgio, Francia, Ungheria, Malta, Polonia e Slovacchia.

In un primo momento le attenzioni si erano concentrate su dodici Stati. Ma cinque sono stati “salvati” dalla procedura: Estonia, Spagna, Repubblica Ceca, Slovenia e Finlandia. Perché hanno “sforato” di poco o hanno già corretto i conti.

Ora si apre un percorso che obbliga questi sette Stati a “rientrare” dal deficit, che per l’Italia è il più alto d’Europa. A luglio l’Ecofin (la riunione dei 27 ministri finanziari) accoglierà la proposta dell’esecutivo europeo. Il governo italiano dovrà concordare le modalità con cui ridurre le spese. Ed entro il 20 settembre sarà presentato un piano di rientro.

Per il governo Meloni significa un “taglio” per i prossimi sette anni di almeno 10-12 miliardi annui. Sette anni perché le nuove regole stabiliscono di tornare nei parametri entro un settennio. La prossima manovra, dunque, sarà dolorosissima. Al momento non è prevista una “correzione” dei conti perché nei conteggi approvati nell’ultimo Def non sono state inserite alcune misure di spesa in vigore come il taglio del cuneo fiscale. A settembre, dunque, la squadra meloniana dovrà scegliere: confermare i benefici fiscali oppure dare una bella sforbiciata alle spese.

Grecia e Italia fanalini di coda

Grecia e Italia «registrano ora squilibri dopo aver registrato squilibri eccessivi fino all’anno scorso: le vulnerabilità sono diminuite ma rimangono fonte di preoccupazione». Resta l’elevato debito pubblico e la debole crescita della produttività. Anzi, proprio sul debito si concentra il faro di Palazzo Berlaymont e si fa notare che il governo non sta intervenendo in maniera strutturale: adesso è al 137 per cento ma la previsione è che tra dieci anni arrivi alla soglia record del 168 per cento. Una cifra drammatica se non si adottano contromisure per tempo.

Secondo la Commissione Ue, quindi, l’Italia deve intervenire su tutti i fronti: dagli investimenti alla produttività. In particolare, dovrebbe agire sul cuneo fiscale e sul calo demografico. Senza dimenticare la riforma delle concessioni per i balneari. Soprattutto deve rispettare gli impegni assunti nel Pnrr, il motore «essenziale» che può rimettere in moto il Paese.

Il commissario europeo per l’Economia Paolo Gentiloni, 69 anni – Fonte: Ipa – DIllingernews.it

La posizione di Gentiloni

Il commissario agli Affari economici, Paolo Gentiloni, sostiene che la questione «arriva in un momento di graduale ripresa economica, ma anche di elevate tensioni geopolitiche e complesse sfide economiche e sociali. Ma non ci dobbiamo aspettare un ritorno all’austerità, perché questo sarebbe un terribile errore». Nel frattempo, la presidente uscente della Commissione, Ursula von der Leyen, concede un altro piccolo regalo alla premier italiana e anche ad alcuni paesi dell’Est. Slitta la presentazione del rapporto sullo stato di diritto che contiene rilievi molto critici sul nostro Paese in relazione alla libertà di informazione sull’indipendenza della magistratura. L’appuntamento è ora a fine luglio: guarda caso dopo l’elezione del nuovo vertice dell’esecutivo Ue.

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti si azzarda a minimizzare: «La procedura di infrazione non è una notizia, era ampiamente prevista, l’avevamo detto già un anno fa. D’altronde con il boom di deficit indotto dalle misure eccezionali non potevamo certo pensare di stare sotto il 3%. Abbiamo un percorso avviato dall’inizio del governo di responsabilità della finanza pubblica sostenibile, che è apprezzata dai mercati e dalle istituzioni Ue, andremo avanti così, quindi non è niente di sorprendente, anzi all’applicazione delle vecchie regole del Patto».

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