Al tavolo con le parti sociali, a Roma, l’ordine del giorno è come contrastare il caporalato. L’agonia atroce di Satnam Singh, il bracciante indiano 31enne che è stato abbandonato con un braccio strappato da una macchina agricola in provincia di Latina, imporrebbe un urgente e severo intervento delle istituzioni.
A rappresentare il governo, nel confronto con i sindacati, siedono il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e la ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone. È lei a prendere la parola per prima. Dando il via a un fiume di parole in esemplare retorica politichese.
«Lo scopo di tutti», promette la ministra, «è dichiarare guerra al caporalato e intensificare tutte quelle che sono le azioni a contrasto di un sistema che mortifica il lavoro, mette a repentaglio le vite umane e non fa crescere la qualità del lavoro in un comparto importantissimo come quello dell’agricoltura. La sensibilità è comune al governo tutto ed è comune nella definizione di strategie complessive».
«Non possiamo che ricordare e condannare», continua Calderone, «quanto è successo a Cisterna di Latina al lavoratore, che ha perso la vita perché non è stato soccorso e c’è chi ha pensato di abbandonarlo senza assistenza in un momento in cui erano gravissime le ferite riportate. Si stanno intensificando i controlli, abbiamo aumentato il numero di assunzioni di ispettori».
«Sono stati già banditi i concorsi, saranno su basi regionali. Rafforzeremo tutti gli ispettorati regionali. Si punterà su un attento, puntuale, sinergico lavoro di consultazione delle banche dati a disposizione, comprese quelle che ci darà il Ministero dell’Agricoltura con Agea, potenziando la rete agricola di quantità, perché il contrasto al caporalato passa anche per il sostegno a chi gestisce regolarmente le attività lavorative e soprattutto l’agricoltura».
Fatti, non pugnette
Tocca al ministro Lollobrigida, che prospetta l’adozione di provvedimenti normativi «diversi da quelli immaginati. La vicenda vede due aspetti: uno è quello di un criminale che ha compiuto, con ogni probabilità – la magistratura ha il compito di verificarlo secondo i principi di legge – ma che comunque sembra aver commesso crimini che devono essere puniti con tutta la severità del caso. Profili di imputazione che vanno da omissione di soccorso all’omicidio colposo. Poi c’è un altro fenomeno, diffuso in Italia e nel settore agricolo non da oggi, del caporalato. Un fenomeno che il nostro governo ha inteso contrastare dal primo giorno con una serie di attività, molte delle quali nate proprio nei diversi tavoli di confronto. Il tavolo di oggi mette a disposizione le competenze di ogni settore per soluzioni anche immediate e correzioni di rotta rispetto a norme di cui tutti rivendicano l’esistenza, ma allo stesso tempo l’inapplicazione o l’inefficacia». Il ministro propone di lavorare anche «sulla forza lavoro che arriva da paesi terzi, dotandola di formazione anche sui diritti sindacali, oltre che sulle conoscenze basiche della lingua italiana perché possano per esempio aiuto e soccorso. Oggi abbiamo toccato un amplissimo spettro di questioni, alcune delle quali hanno uno stato di avanzamento normativo già in essere».
Lollobrigida quindi si avventura in una sorta di “supercazzola”: «Possiamo accelerare anche dei processi attraverso strumenti normativi differenti da quelli immaginati, faccio riferimento al disegno di legge presentato dalla ministra Calderone in questo senso, che potrebbe essere accelerato utilizzando il veicolo del decreto agricoltura, che abbiamo messo a disposizione per affrontare una serie di questioni che incidono anche indirettamente sul fenomeno della giusta retribuzione dei lavoratori in agricoltura e il giusto valore delle produzioni agricole riconosciute. Nei prossimi giorni, anzi nelle prossime ore agiremo su alcuni aspetti o emendamenti specifici anche su sollecitazione delle forze sindacali e datoriali, dove possa essere utile e ci sia un comune accordo, per velocizzare alcuni processi di correzione di rotta in vari ambiti, tra cui anche quello che riguarda il caporalato».
Chi ha il dovere di controllare?
Calderone e Lollobrigida hanno accordato a Sony, la giovane vedova di Satnam Singh, un permesso di sei mesi rinnovabile. Che sforzo… Perché non darle qualcosa di più? Poi la ministra specifica che si tratta di «un permesso sociale. per cui sarà assistita, accompagnata dalle competenti strutture e in questo ci sarà tutto il massimo supporto e la massima attenzione per un percorso che sappiamo essere molto difficile». Sentiamo un certo odore di promesse da marinaio.
Il ministro dell’Agricoltura rileva che la condizione di Singh «non nasce quest’anno, nasce diversi anni fa, e quindi c’è uno sfruttamento prolungato di una persona che sembra essere arrivata in Italia con un contratto temporaneo di nove mesi nel 2017 e dopo nove mesi, pur smettendo di avere la possibilità, è rimasta in Italia senza che nessuno si domandasse che fine avesse fatto. È evidente che questo sistema purtroppo in Italia ha messo radici da tanto tempo e in maniera orizzontale, su tutto il territorio nazionale». Bel paradosso, onorevole ministro: ne dobbiamo dedurre che se il povero Satnam sei anni fa fosse stato beccato come immigrato irregolare e rispedito in India, sarebbe ancora vivo?