Uno studente della facoltà di Psicologia dell’Università di Manila ha chiesto a Papa Francesco di non usare più un lessico offensivo nei confronti della comunità LGBTQ+
Uno studente universitario di un’università cattolica delle Filippine ha chiesto a Papa Francesco di “smettere di utilizzare un linguaggio offensivo contro la comunità LGBTQ+” e di “consentire” il divorzio nelle Filippine, unico Paese oltre al Vaticano che lo vieta.
Jack Lorenz Acebedo Rivera, studente di psicologia dell’Università di Manila, ha partecipato all’incontro online con il Papa intorno alle 21 nella giornata di giovedì 20 giugno.
“Per favore, consentite il divorzio nelle Filippine – ha detto rivolgendosi al Pontefice durante il suo intervento – e smettete di usare un linguaggio offensivo nei confronti della comunità immensa. Queste parole causano un dolore immenso”.
In questo passaggio, lo studente ha fatto riferimento alla parola utilizzata dal Papa durante un incontro a porte chiuse con i vescovi italiani a fine maggio. Nel suo intervento, il Pontefice aveva dichiarato di essere contrario all’ammissione al sacerdozio di candidati omosessuali con la frase “c’è troppa fr*ciaggine”, per la quale si era poi scusato in pubblico asserendo di non voler usare termini omofobi.
La Risposta del Papa
Nonostante gli occhi fissi sull’orologio, la risposta del Papa è arrivata. Il quale ha parlato di “profonde discriminazioni radicate nella mente delle persone”, citando l’esempio di Rivera, però, non ha menzionato la richiesta di non utilizzare parole omofobe nei confronti della comunità LGBTQ+, parlando invece solo dell’impossibilità riscontrata dai suoi genitori di divorziare.
“Bisogna permettere la prossimità e la vicinanza. Questo ci porta all’amore – ha dichiarato Bergoglio -. Non vi devono essere discriminazioni di sorta”.