Home CRONACA Ilaria Salis e l’occupazione delle case

Ilaria Salis e l’occupazione delle case

Ilaria Salis ha deciso di entrare a gamba tesa per difendere l’occupazione delle case. Dopo il post di giorni fa, in cui ha rivendicato di aver fatto parte dei movimenti per la casa, prosegue sullo stesso argomento.

In un nuovo lungo e stancante messaggio sui social, la Salis riporta le cifre della situazione nel milanese e scrive: “Quando viene occupata una casa non assegnata, che generalmente si trova in condizioni fatiscenti ed è abbandonata da anni, l’accusa di sottrarre il posto a una persona in lista d’attesa semplicemente non regge. Chi entra in una casa disabitata prende senza togliere a nessuno, se non al degrado, al racket o ai palazzinari. Affermare il contrario è bassa retorica politica”.

Wait: riavvolgiamo il nastro e sì, l’ha detto davvero. Quindi la bassa retorica sarebbe quella di cui sopra e non bypassare le NORMALI liste d’attesa a chi sta aspettando di avere un tetto sotto cui stare?

Quindi tutti coloro che un’abitazione se la sudano sono dei poveri idioti.

La Salis “vittima del sistema”

Prosegue dicendo che “è logorante. Ti fa vivere quotidianamente nella paura che ti vengano a svegliare e ti buttino fuori di casa. Con l’introduzione dell’art.5 del decreto Lupi, un occupante non può più avere né l’allaccio alle utenze, né la residenza e i diritti ad essa legati. Inoltre, alle persone non italiane viene impedito di maturare i requisiti per ottenere la cittadinanza e anche il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno è ostacolato. Essere occupante è uno stigma sociale, vuol dire essere trattati come criminali per aver cercato di vivere in modo dignitoso. Mettetevelo in testa, nessun occupante vuole essere occupante”.

“Il movimento di lotta per la casa ha sempre agito con la forza della legittimità data dal semplice principio che tutte e tutti dobbiamo avere un tetto sulla testa. Come ci insegna la Storia, non sempre le azioni legittime sono necessariamente anche legali in quel dato momento. Spesso, infatti, sono proprio azioni oltre la legge a spingere la legge stessa a mutare”. Abbiamo capito già da tempo che il suo concetto di legge è molto sui generis, non serviva ce lo ribadisse.

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