Alla presa di posizione di Gianfranco Fini a difesa dell’inchiesta di Fanpage sugli episodi di razzismo nella gioventù meloniana, ne segue un’altra di maggior peso specifico, perché assunta da uno dei principali esponenti di Fratelli d’Italia: il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli.
Il suo ragionamento evoca la svolta di Fiuggi: quindi strizza l’occhio proprio all’ex fondatore di Alleanza Nazionale.
Rampelli non perdona questo genere di gioventù. Al Corriere della Sera, dichiara con durezza: «Quei ragazzi hanno sbagliato partito ed è giusto che vengano messi alla porta. Antisemitismo e razzismo sono incompatibili con la nostra natura, prima ancora che con il nostro progetto».
Per la senatrice a vita scampata all’Olocausto Liliana Segre, «queste derive che sono venute fuori in questa ultima settimana in modo eclatante ci sono sempre state. Nascoste, non esibite, ma ci sono sempre state. Ora alla mia età dovrò rivedere di nuovo questo? Dovrò essere cacciata dal mio Paese da cui sono stata già cacciata una volta?».
Rampelli le rende onore: «La ascoltiamo con rispetto. Lei è, e resterà, un punto di riferimento di tutti gli italiani. Semmai di troppo sono coloro che hanno fatto quelle dichiarazioni deliranti».
«Rabbia, tanta rabbia»
Per il vicepresidente della Camera le immagini di Fanpage suscitano «rabbia, tanta rabbia. Negli anni ’70 e ’80 si sono fronteggiati a destra due mondi: uno brillante e futurista e uno reazionario. Allora i nostalgici c’erano davvero. Li abbiamo affrontati e sconfitti costruendo una destra moderna. FdI è guidato da chi ha rotto con quegli stereotipi».
È quindi con il Quotidiano nazionale che Fabio Rampelli ricorda la svolta di Fini del 1995, quando il Movimento Sociale Italiano fu sciolto e nacque Alleanza Nazionale, ripudiando il fascismo.
Momento epocale
«La mozione dibattuta a Fiuggi», ricorda Rampelli, «fu il momento epocale che avrebbe reciso per sempre qualsiasi tentazione nostalgica, di maniera o di sostanza. La vergogna incommensurabile delle leggi razziali brucerà per sempre nella coscienza degli italiani».
«Per me vale ieri, vale oggi e per sempre. Se non ci fossero stati così tanti morti ammazzati, amici, bambini, famiglie distrutte dall’antifascismo militante che ha avvelenato gli anni ’70 e ’80 questo problema non si porrebbe. Sono contro il nazismo, il comunismo e il fascismo. Penso possa bastare».