«Familismo», «metodi da vecchia politica», «Parentopoli». I sindacati Rai schierano le truppe e promettono aspra battaglia. Il casus belli sono certe nuove assunzioni alle dipendenze della Tv di Stato.
In realtà, la questione è diversa da come viene posta, almeno per i due casi che scandalizzerebbero anche l’opposizione. Il primo riguarderebbe Matteo Tarquini, figlio di Giovanni, amico di vecchia data dell’amministratore delegato Roberto Sergio, che gli ha fatto anche da testimone di nozze.
Una vicenda ovviamente da accertare ma, se fosse confermata, rimanderebbe al proverbio “niente di nuovo sotto il sole”. Il nepotismo è storico in Rai, lo sa chiunque abbia affrontato concorsi, dimostrato preparazione ineccepibile, stupito le commissioni esaminatrici con la sua cultura, si è visto poi scavalcato da qualche parente di dirigenti e/o politici.
Di diverso genere la presunta assunzione di Ferdinando Colloca, body painter e deejay, in arte “Mr Ferdy il Guru”, mandato alla Direzione Intrattenimento Day Time. Legato, pare, per motivi di affari alla famiglia Spada, sarebbe stato militante di Casapound a Ostia e candidato alle regionali.
È fratello di un esponente di Fratelli d’Italia e poi Lega, Salvatore, che è programmista regista in Rai, e di Gaetano, anche lui dipendente Rai nell’area digital.
Selezionati da una società esterna
A denunciare i sospetti privilegi era stata il 10 maggio scorso la Rappresentanza sindacale unitaria della Direzione Radio. “Ci giunge notizia”, scriveva la Rsu. «dell’assunzione direttamente come programmisti multimediali di primo livello di più unità di organico con il ruolo di regista, tramite una selezione curata dalla società Adecco”.
La vicenda è stata ricostruita circa un mese fa dal sito Professione Reporter. Immediatamente erano divampate proteste in Rai: le modalità di reclutamento avrebbero, secondo le accusa, bypassato le rivendicazioni del personale Rai, gli accordi di giusto contratto, la stabilizzazione dei precari e le liste di disoccupazione. Anche le segreterie nazionali di Snater e Conf.Sal-Libersind avevano stigmatizzato la vicenda.
L’opposizione s’indigna
L’opposizione salta per forza sul carro della protesta. «Se fosse confermata la notizia di una parentopoli in Rai sarebbe di una gravità inaudita», dicono gli esponenti M5S in Vigilanza. «Porteremo questo caso immediatamente in Commissione». Attaccano anche Verdi e Sinistra, oltre che da Maria Elena Boschi. «Quali sono i criteri per le assunzioni? Perché non sono state rispettate le graduatorie?», si domanda la deputata di Italia Viva. «A queste domande l’attuale dirigenza Rai deve dare risposte, non a noi, ma ai cittadini italiani che versano il canone e hanno diritto alla trasparenza».
A conclusione, il presidente della Federazione nazionale della stampa Vittorio Trapani twitta: “Dopo anni di concorsi, selezioni pubbliche e stabilizzazioni dei precari in Rai si torna a metodi della vecchia politica: assunzioni per amici e parenti“.
