Home CRONACA Nordio e il suo decreto di legge dall’ambizione “svuotacarceri”

Nordio e il suo decreto di legge dall’ambizione “svuotacarceri”

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio, 77 anni - Fonte: Ipa - Dillingernews.it

Il governo vara un decreto di legge sull’emergenza carceri, che il ministro della Giustizia Carlo Nordio presenta a Palazzo Chigi con enfasi e ottimismo. Si suol dire che “le vie dell’Inferno sono lastricate di buone intenzioni”: aspettiamo di vedere effettivamente attuate le misure previste, in quel ginepraio che sono gli istituti di pena in questo Paese.

Dunque, via libera al dl recante “misure urgenti in materia penitenziaria, di giustizia civile e penale e di personale del ministero della Giustizia”. «Il provvedimento approvato oggi è un intervento vasto e strutturale che affronta in modo organico un altro settore del sistema dell’esecuzione penale», spiega Nordio. «Questo intervento è frutto di una visione del governo Meloni, condivisa dai nostri sottosegretari, che sul punto di vista della Giustizia è orientata essenzialmente su quello che potremmo chiamare umanizzazione carceraria».

«Vogliamo facilitare il trasferimento della detenzione dalla brutalità dell’istituto penitenziario alla comunità di accoglienza», continua il Guardasigilli. «Sempre restando fermo che si tratta di regime detentivo, trasferiamo minori e tossicodipendenti dal carcere alla comunità. È un passo molto importante, ci porta molto avanti nel reinserimento sociale ed è un rimedio al sovraffollamento carcerario».

Il decreto approvato in Cdm si preoccupa dei detenuti che avrebbero diritto ad accedere alla detenzione domiciliare ma non ne hanno le condizioni, nel caso di assenza di una casa o di stabilità economica. «Il sovraffollamento delle carceri non è dovuto a una decisione governativa, è il magistrato che decide dello status libertatis. E spetta sempre alla magistratura di sorveglianza».

Nordio garantisce che «vi sono misure per rendere più semplice la liberazione anticipata. Non vi sono indulgenze gratuite ma si rende più certa la procedura attraverso cui la liberazione anticipata è posta in esecuzione. Renderemo molto chiaro al detenuto il percorso ed i termini per godere della liberazione anticipata. Ci sarà una specie di “patto” per metterlo subito al corrente dei suoi diritti e degli sconti che potrebbe ottenere se si comporta bene in carcere».

Si allarga la maglia delle telefonate concesse ai detenuti: «La possibilità di comunicare in termini più elastici e maggiori con le famiglie sarà un piccolo aiuto psicologico che assieme alle risorse di sostegno psicologico ai detenuti già messe in atto, contribuirà, lo speriamo, a rendere psicologicamente più agevole una situazione che, essendo punitiva, incide sull’umore e la depressione del detenuto».

Da quattro a sei telefonate al mese

In conferenza stampa, Nordio fa sapere che il dl Carcere prevede l’incremento del numero di telefonate da 4 a 6 al mese, con una ulteriore possibilità di aumento da parte del direttore per fini trattamentali. Quindi, aggiunge: «C’è lo slittamento di un anno dell’entrata in vigore del Tribunale per le famiglie. Abbiamo assecondato le aspirazioni della magistratura e dell’avvocatura che lamentavano la mancanza di un’adeguata copertura finanziaria».

Sul problema dell’occupazione abusiva di case con violenza nel domicilio altrui, Nordio annuncia: «È in via di licenziamento un disegno di legge che riguarda proprio questo, fermo restando che non ne vedrei neanche il bisogno perché dovrebbe essere la magistratura che provvede. Se poi non provvede per inerzia o altro, vorrei conoscerlo». 

Il carcere minorile Beccaria di Milano – Fonte: Ipa – Dillingernews.it

Accordi con gli Stati esteri

«Gli strumenti per punire una persona che entra con violenza nel domicilio di altri esistono già. Ma se servirà ci sarà una legge per accelerare le procedure. Le situazioni sono diverse, c’è chi entra con violenza e ci sono altre situazioni come le graduatorie di case popolari occupate da altri o quelle di case sfitte abbandonate che nel corso del tempo vedono persone che vi entrano. Ci sono situazioni in cui è più difficile intervenire da parte della magistratura».

Il ministro della Giustizia confida di riuscire ad alleggerire l’affollamento nelle celle: «Tra i 15 e i 20mila detenuti sono in attesa di giudizio, in carcerazione preventiva. Una buona parte sarà prosciolta, dimostrando che la carcerazione sarà ingiustificata. Col ddl Nordio si inverte il provvedimento di carcerazione e la carcerazione preventiva avrà un impatto sul numero di detenuti che non sarà insignificante. Con accordi con gli Stati esteri per il trasferimento dei detenuti stranieri nelle carceri dei loro Paesi , avremmo dai 5 ai 10mila detenuti che potrebbero essere trasferiti sui 20mila stranieri in tutto in carcere. Con i provvedimenti del ddl e gli accordi con i Paesi esteri potemmo rientrare nei ranghi della tollerabilità».

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