Appena approvata, la legge sull’autonomia differenziata compatta le opposizioni in un blocco variegato. Così parte la raccolta firme in tutta Italia per indire un referendum abrogativo. Saranno necessarie 500mila firme, come prevede l’art. 75 della Costituzione.
Un’occasione per attrarre l’attenzione dell’opinione pubblica sull’alternativa al governo in carica, per di più su un tema delicato e complesso come il divario nord-sud, che ha radici ben più antiche della Repubblica nata nel 1948. È garanzia di visibilità porre sul piatto la questione di quella che una volta la Lega chiamava “devolution”: infatti insieme alle sinistre si affianca il più importante sindacato del Paese, la Cgil.
Davanti alla Corte di Cassazione fanno capannello tutti i numeri 1 delle opposizioni, più una serie di associazioni sindacali e no. Si schierano Schlein, Conte, Landini, Fratoianni, Bonelli, Magi, Boschi, Maraio con giuristi e Cgil, Anpi, Acli, Arci, Cna, Uil, Wwf e Demos.
Nel depositare ai magistrati il quesito referendario, la segretaria del Pd conferma che l’obiettivo è «cancellare questa legge che spacca in due il Paese, che invece ha bisogno di essere ricucito, il Sud e le aree interne hanno pagato fin troppo le diseguaglianze territoriali».
Come disposto da una legge del 30 dicembre 2020, l’Italia deve dotarsi di un’adeguata piattaforma pubblica per la firma digitale, ma ancora l’esecutivo non si è mosso in tal senso, sebbene l’entrata in funzione fosse stabilita dal primo gennaio 2022. Riccardo Magi di +Europa scalda i muscoli e acchiappa al volo la chance di avere i riflettori puntati addosso.
«Serve la firma digitale»
«La via che intraprendiamo non è facile», sostiene Magi, «ma è una delle strade per fare una riforma seria. Serve la firma digitale su questo referendum per i cittadini, il governo attivi la piattaforma. Io penso che le opposizioni si ritrovino sulle occasioni in cui fare opposizione, e questa è una delle occasioni».
Il leader della Lega Matteo Salvini fa spallucce: «La riforma non toglie niente a nessuno, questo è il referendum degli impauriti. L’autonomia è stata messa in costituzione dal centrosinistra che adesso fa un referendum contro sé stesso. L’autonomia significa modernità, efficienza, trasparenza e lotta agli sprechi».
Il quesito abrogativo depositato
Il quesito referendario presentato oggi in Cassazione è il seguente: “Volete voi che sia abrogata la legge 26 giugno 2024, n. 86, ‘Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione’?” Per abrogare la riforma voluta dal governo Meloni, bisognerà rispondere “Sì”. Il quesito è stato presentato da 34 sigle, fra partiti, sindacati e associazioni.
I firmatari
- 1. Landini Maurizio – CGIL
- 2. Giove Luigi – coordinamento organizzativo
- 3. Bassanini Franco
- 4. Veronese Ivana – UIL
- 5. Morniroli Andrea – Forum Diseguaglianze e Diversità
- 6. Conte Giuseppe – Movimento 5 stelle
- 7. Fratoianni Nicola – Sinistra Italiana
- 8. Azzariti Gaetano
- 9. Massa Walter – Arci
- 10. Pozzi Caterina – Cnca
- 11. De Marzo Giuseppe – Rete dei Numeri Pari
- 12. Cioffredi Gianpiero – Libera
- 13. D’archivio Arianna – Link/Uds
- 14. Filippeschi Marco – Ali
- 15. Boscaino Marina – Comitati No Ad
- 16. Marcon Giulio – La Via Maestra
- 17. Villone Massimo – Coordinamento per la Democrazia Costituzionale
- 18. Bonelli Angelo – Verdi
- 19. Russo Antonio – Acli
- 20. Prampolini Alessandra – WWF
- 21. Ciani Paolo – Demos
- 22. Pagliarulo Gianfranco – Anpi
- 23. Algostino Alessandra
- 24. Druetti Francesca – Possibile
- 25. Schlein Elena Ethel – Pd
- 26. Bindi Rosaria
- 27. La Valle Raniero Luigi – Pace Terra Dignità
- 28. Maraio Vincenzo – PSI
- 29. Ciafani Stefano – Legambiente
- 30. De Vincenti Claudio
- 31. Pettinari Alice – Rete Studenti Medi/Udu
- 32. Boschi Maria Elena – Italia Viva
- 33. Magi Riccardo – +Europa
- 34. Acerbo Maurizio – Partito della Rifondazione Comunista