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“Ebrei, restatevene nei forni a gas”: la vergogna a San Vito di Cadore

Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, 56 anni - Fonte: Ipa - Dillingernews.it

I veneti sono rinomati per l’ospitalità, anche i più montanari nella cornice delle Dolomiti. C’è sempre una mela marcia. Un tizio che risponde a una famiglia israeliana “potete restare nei forni a gas”, in risposta alla prenotazione di un appartamento a San Vito di Cadore, in provincia di Belluno.

Lo fa sapere il sito Ynet, descrivendo il vergognoso incidente. In arrivo da un centro poco distante da Tel Aviv, questa famiglia stava organizzando un viaggio in Italia. Il padre, che preferisce restare anonimo, aveva scritto al proprietario della casa: “Siamo una famiglia di cinque persone e saremmo felici di soggiornare nel suo appartamento“.  

In risposta, la frase antisemita con il macabro riferimento ai forni crematori dei lager. Il sindaco di San Vito di Cadore, Franco De Bon, è sgomento: «La faccenda ha dell’incredibile, non ho mai sentito in tanti anni una persona del paese dire frasi di questo tipo.

Ha già interpellato la digos e la polizia postale per andare a fondo sulla vicenda. «Se la notizia dovesse trovare conferma, saranno prese le misure necessarie affinché mai più una cosa del genere macchi la fama della località dolomitica».

Per il presidente del Veneto Luca Zaia si profila «un gesto estremamente grave, un inaccettabile atto di odio e discriminazione che ferisce non solo la dignità delle persone coinvolte, ma anche i valori fondamentali della nostra comunità, nel caso fossero confermate le notizie pubblicate. Il gesto di un singolo non impedirà certo di garantire che il Veneto resti una terra di accoglienza e rispetto per tutti».

L’istituto Friedman si è attivato per trovare un alloggio che accolga la famiglia israeliana. «Un nostro socio», dice il direttore esecutivo Alessandro Bertoldi, «ci ha contattato e ha messo a disposizione gratuitamente la sua abitazione per le vacanze a Cavalese, in Trentino».

Indignazione finalmente bipartisan

Anche prima che l’incidente sia chiarito ed eventualmente confermato, la politica reagisce indignata, perché occasione migliore di far la voce grossa è raro coglierla. Raffaele Speranzon, di Fratelli d’Italia, esprime «sincera solidarietà alla famiglia israeliana: attendiamo che le autorità facciano chiarezza, ma spero che non si verifichino più episodi simili nella nostra Regione, da sempre un modello di accoglienza e ospitalità».

Si accoda la senatrice Vincenza Aloisio del M5S: «Un episodio di una gravità inaudita». Micaela Biancofiore, presidente del gruppo Civici d’Italia, Nm, Maie al Senato, è indignata per una vicenda che «riporta a pagine buie della nostra storia, che pensavamo di dover leggere sui libri di storia e non riportate dai giornali e sono indice di un odio mai sopito».

Una veduta del Comune di San Vito di Cadore, in provincia di Belluno – Fonte: Dolomiti.org – Dillingernews.it

La recrudescenza dell’antisemitismo

Il senatore questore Antonio De Poli condanna come «semplicemente intollerabile e indegno quello che è successo. Viviamo tempi in cui la recrudescenza dell’antisemitismo è sempre più virulenta e feroce».

«Tempi in cui tutti abbiamo il dovere, con ancora maggior forza, di ribadire i principi democratici e civili che sancisce la nostra Costituzione. Evidentemente serve ancora maggior impegno per estirpare tutte le forme di razzismo e intolleranza che strisciano nel nostro Paese».

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