È stata appena eletta vicepresidente Pd del consiglio comunale di Biella, si chiama Greta Cogotti, ha 34 anni. Una bella mattina, si sveglia e posta su Facebook: “A Berlusconi dedicate un centro massaggi, non un aeroporto”, pensando di intervenire in modo spiritoso sulla scelta di intitolare la Malpensa al Cavaliere.
“Tutta Milano deve essere dedicata a Silvio?”, insiste Cogotti. «Posso capirlo. Perché l’aeroporto? Secondo me, non gli rende giustizia. Perché non dedicargli un centro massaggi con happy ending?”.
Per la cronaca, “happy ending” significa un trattamento che si conclude con una prestazione sessuale. Il paradosso, secondo noi di Dillinger, è che se l’ex premier fosse stato ancora in vita avrebbe liquidato la faccenda con uno dei suoi sorrisi beffardi. Con il sense of humour che lo contraddistingueva, magari avrebbe invitato la vicepresidente a una delle sue “cene eleganti”.
Invece le istituzioni coinvolte non ci hanno trovato nulla da ridere. Il sindaco di Biella Marzio Olivero ha indetto per domani mattina una riunione con i capigruppo per decidere il da farsi. Tra le ipotesi, una richiesta di dimissioni dall’incarico di vicepresidente del consiglio o una mozione di sfiducia.
Greta Cogotti cade dal pero: «Sono senza parole. Mi dispiace se la siano presa così tanto per una battuta, che non voleva mancare di rispetto a nessuno. Vista la velocità con cui hanno organizzato la riunione di maggioranza, spero saranno altrettanto tempestivi per risolvere i problemi dei cittadini. Onestamente la mia priorità è il Biellese di quello che fanno a Malpensa non mi interessa».
Il segretario della sezione Biellese di Forza Italia Alessio Serafia è attonito: «Il dibattito anche aspro tra partiti o coalizioni è da sempre il fulcro della democrazia. Cosa diversa è l’astio».
«Livello mediocre»
«Ci chiediamo se il partito Democratico condivida questo livello, decisamente mediocre, di contestare una decisione politica che si può certamente discutere senza però scendere nel livore».
Il segretario della Lega Roberto Simonetti esige scuse immediate: «Sono dovute, anche da parte dei partiti che l’hanno candidata. Se non lo farà vedremo come procedere».
La replica
«Come lavora la macchina del fango?”, scrive su Fb Greta Cogotti. “Prende un post privato, lo eleva a tiratura nazionale e manda persone per insultare la vittima designata su Instagram dove c’è il profilo pubblico. Quello che non era calcolato è che Silvio non è un nome così unitario e per quanto ben voluto da una certa area politica, non lo è dalla maggioranza. Io dal mio canto, di questi giorni sono contenta perché ho ricevuto più solidarietà che insulti. Il mio intento era strappare un sorriso, riderci sopra. Questa è ironia, per certi versi, anche sarcasmo. Ammetto che mi ha stupito che proprio la destra si sia sentita offesa”.
«Sei più bella che intelligente», detta dallo stesso Silvio nei confronti di Rosy Bindi. «Un figlio gay? Mi spiacerebbe», detta da Ignazio La Russa. «Sosia della Boldrini», Matteo Salvini indicando una bambola gonfiabile. Sono solo esempi, eppure di fronte a questi insulti, ho sempre dovuto ridere, non prendermela, noi di sinistra siamo sempre così suscettibili, permalosi. Eppure, di fronte a una mia ovvietà sul trascorso dell’ex presidente del consiglio, che non ha mai nascosto, che anzi ha sempre ribadito in ogni circostanza possibile, io dovrei dimettermi dal mio ruolo perché non idoneo. A questo punto io mi chiedo, le “battute” fan ridere solo se le fanno le destre? In questi giorni, la maggior parte degli insulti alla mia persona sono state sul mio aspetto fisico e la storpiatura del mio cognome, ammetto che tali cose non le leggevo e sentivo dalla mia adolescenza. P. S.: Mi han fatto sorridere i commenti in cui mi accusano di volere visibilità, la verità è che senza la macchina del fango tutto questo non sarebbe successo”.