Guai a sfruttare la tecnologia o fare passi avanti in questo paese. Tornerà anche il diario: “bisogna riabituarsi a carta e penna”. Magari facciamo tornare anche le ginocchia sui ceci no?
A partire dal prossimo anno scolastico sarà vietato l’utilizzo del cellulare a qualsiasi scopo, anche didattico. “Non credo che si faccia buona didattica con un cellulare fino alle scuole medie”, ha dichiarato il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ieri al convegno ’La scuola artificiale – Età evolutiva ed evoluzione tecnologica’.
“Questo ovviamente non significa l’uso del tablet o del computer, che devono essere però utilizzati sotto la guida del docente – ha precisato –. La scuola come comunità educante non può prescindere dal ruolo del docente che deve guidare questi strumenti. Deve valorizzare, motivare e dare entusiasmo ai giovani”. Sono dichiarazioni abbastanza deludenti dal momento in cui il mondo si sta spostando in funzione della tecnologia. Ognuno nel proprio settore prova a sfruttare l’innovazione a proprio vantaggio e in ogni caso ci sono sempre stati risolvili positivi.
Ma perché in questo Paese invece si fa sempre tutto al rovescio? Sembra quasi che abbiamo paura della tecnologia: quando è uscita l’AI, abbiamo cercato di sopprimerla – fallendo miseramente perché non si tratta di una porticina che apri e chiudi a piacimento -. Ora che esiste il registro elettronico, ora che esistono i libri digitali per evitare il macigno che i bimbi devono portare ogni giorno sulle spalle, ora che grazie al telefono si possono fare mille attività in più, magari anche più interattive, il Ministro dell’Istruzione decide di tornare all’epoca della penna stilografica.
Evitare il dilagare delle “nuove tecnologie sempre e comunque”
Valditara vuole tornare alle origini, è fissato con le tradizioni, e tutto questo per evitare il dilagare delle “nuove tecnologie sempre e comunque”. Infatti, anche se i genitori continueranno a essere avvisati con il registro elettronico, dall’anno scolastico 2024/2025 tornerà anche “il diario di una volta, dove il bambino segna a penna che cosa deve fare per domani, per dopodomani, e i compiti a casa”.
L’obiettivo sarebbe “riabituare i ragazzi al rapporto con la carta e penna”. Ma non è che carta e penna è giusto e telefonino no. È una semplice questione di linea temporale: perché allora non torniamo ai cavalli? Così inquiniamo anche meno.
Forse il Ministro una parola giusta l’ha detta
Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale, in alcune scuole si sperimenterà l’uso di assistenti basati sull’Ia. Quello che si attende, ha spiegato il ministro, è “un miglioramento dei risultati degli studenti, una riduzione del carico di lavoro amministrativo per i docenti permettendo loro quindi di concentrarsi maggiormente sull’insegnamento e sul rapporto anche personale con i singoli studenti, e una maggiore inclusione per quei bisogni educativi speciali”.
Valditara ha però evidenziato che occorre “innanzitutto evitare che l’intelligenza artificiale venga usata come strumento di deresponsabilizzazione. Sappiamo che molto frequentemente gli studenti fanno i compiti a casa utilizzando l’intelligenza artificiale. Tutto questo deve essere evitato”.