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IL CASO MORGAN E’ UNA STORIA GIA’ VISTA: Selvaggia Lucarelli difese la ex di Di Cataldo che poi si rivelò una matta psicopatica

Selvaggia Lucarelli e Morgan - Dillingernews.it

La gogna mediatica che Selvaggia Lucarelli ha creato nei confronti di Morgan, oltre ad essere una delle più grandi ingiustizie degli ultimi anni, mette anche a rischio la reputazione, la carriera e persino la salute di un cittadino tale e quale agli altri. E dopo aver recuperato un’inchiesta di più di dieci anni fa, abbiamo consolidato che quello di Selvaggia non è un capriccio, bensì un modus operandi.

Correva l’anno 2013, Selvaggia era già il cane da caccia che conosciamo oggi, anzi, forse la giovane età la rendeva anche più agguerrita, feroce. Aveva già quel fastidioso difetto di schierarsi di pancia, prendere posizioni nette, non ascoltare entrambe le campane, fidarsi di tutte quelle povere donne che venivano a piangere da lei, la paladina della giustizia, il giudice assoluto del tribunale dei social.

Sembra il caso della vicenda che vede la querelle tra Massimo Di Cataldo e la ex compagna, Anna Laura. Riassumendo la storia: la giovane, che con il cantante ha una figlia, ha pubblicato sul proprio sito Facebook delle foto raccapriccianti con il volto gonfio e sanguinante, dicendo che l’autore era stato appunto l’ex. Come se non bastasse, ha condiviso anche l’immagine di un feto abortito – sempre in seguito alle percosse ricevute -.

Ed è proprio qui che subentra Selvaggia Lucarelli, che alla vista di queste macabre immagini non ha alcun dubbio e si schiera decisa e battagliera a fianco della giovane. Un gesto giusto, quasi nobile, se quello che la donna dice fosse stato accertato. Peccato che questa sacrosanta abitudine di assicurarsi sulla veridicità dei fatti, la Selvaggiona non l’ha mai adottata.

La Lucarelli stigmatizza che sul web moltissime persone abbiano espresso più di un dubbio sulla storia della ragazza, e molti anche criticato l’iniziativa. Ricorda anche che tantissimi sono quelli che invece in rete hanno rivolto a Di Cataldo gli insulti più sanguinosi, però questa cosa non le interessa. Quello che la indigna è il sospetto, proveniente anche da molte donne , che la ragazza menta. Lei no, non ha dubbi. La difende a spada tratta. La domanda – che nonostante siano passati 10 anni non ha comunque mai ricevuto risposta – è: che prove avevi che Anna Laura dicesse la verità ? Assolutamente nessuna.

Il tribunale dei social

Seconda cosa: ma tu cara Selvaggia cosa sei? Un carabiniere? Un agente di polizia postale? Un avvocato? Un giudice? Nessuno di questi. Eppure ti diverti a sparare patenti di verità e giustizia quando per questo esistono i tribunali. Perché se le vittime pubblicano su Facebook le foto martoriate dai propri mariti famosi per cercare hype (non in tutti casi, sia chiaro), è perché si sentono ascoltate e difese da elementi come te.

Un gesto del genere diventa comprensibile quando una persona che si rivolge alla giustizia si ritrova di fronte – cosa che purtroppo può succedere – a muri di gomma, scetticismi, lentezza e peggio. A quel punto, presi dall’esasperazione, si fa un appello al bellissimo mondo dei social, quello capitanato dall’esperta in criminologia Selvaggia Lucarelli, sputtanando in rete il PRESUNTO colpevole che magari è anche un personaggio pubblico. Peccato che non siano andate così le cose: Anna Laura dalla polizia non ci ha mai messo piede, anzi, afferma di non aver mai voluto che la cosa prendesse una via giudiziaria, e che lei avesse fatto questa scelta d’impulso in quanto nessuno le credeva, “neppure la madre”. E dove sta il problema? C’è Selvaggia che ti crede ciecamente. Non ha dubbi nemmeno di fronte all’evidente prova di una grande fragilità psicologica della donna che racconta un fatto scioccante: “quando ho abortito ho preso tutto quello che il mio corpo stava espellendo e l’ho messo su un quadro che si chiama “Le cose che ho perso”.

La ragazza era malata psicopatica

In conclusione, la ragazza era una matta psicopatica, con una storia poco convincente, a cui nemmeno la madre credette. Prima di accusare, insultare, denunciare o prendere le parti di qualcuno, bisogna documentarsi a fondo, cosa che la Lucarelli non faceva nel 2013, ma che non fa nemmeno adesso. Se avete letto il mio editoriale di ieri dove vi spiego una volta per tutte il caso Morgan, dopo questo articolo vi renderete conto da soli che il cane da caccia di Travaglio non è cambiata di una virgola.

Questo suo spirito guerriero difensivo nei confronti dei finti più deboli che cercano attenzione non le è mai passato, spinto negli anni da quest’ossessione di andare sempre controcorrente, alla ricerca di popolarità, scoop, inchieste.

Quando Morgan risulterà innocente cosa farai? Gli chiederai scusa?

Così come non hai avuto uno straccio di prova in difesa di Anna Laura, non hai nulla in mano per sferrare quegli attacchi su Morgan. E così come hai creduto alla bocca della vittima – senza mai ascoltare entrambe le parti – stavolta hai fatto lo stesso. Il giornalismo, le inchieste, saranno anche la tua passione, ma è un mestiere che richiede serietà, il rispetto di un codice, e porta con sé anche un bel carico di responsabilità. Perché quando dichiareranno Morgan non colpevole tu che cosa farai? Gli chiederai scusa Selvaggia? Magari in copertina sul Fatto Quotidiano, o magari sulle mille stories e post che oggi gli dedichi per accusarlo. Non importa, perché tanto il danno mediatico è stato fatto, il contratto è stato strappato e la reputazione a seguire. Ma non importa nemmeno questo: il popolo non è stupido. Sanno distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato.

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