Sui social sono spopolati video e immagini della rivolta avvenuta nel carcere di Torino: questo certifica la presenza di telefonini e connessioni internet vietate all’interno del Lorusso e Cutugno
Immagini devastanti con un sottofondo neomelodico raccontano a rivolta che ha travolto il corridoio della dodicesima sezione del padiglione C del carcere di Torino. Una serie di video spopolati su Tik Tok certificano la presenza di telefoni e connessioni internet vietate all’interno della casa circondariale Lorusso e Cutugno.
I detenuti si sono rivolti al tribunale dei social, l’opinione e la sensibilità pubblica per gridare aiuto. Noi abbiamo sempre creduto nella giustizia, nelle sedi adatte, nelle persone competenti. Ma in questi casi, a mali estremi, estremi rimedi.
I detenuti protestano contro le condizioni disagianti all’interno della struttura chiedendo amnistia o indulto subito. Prima coperte e lenzuola ammucchiate, poi incidiate.
Il tutto mentre altri detenuti spaccano i sanitari: “Così facendo le celle di pernottamento non saranno più agibili e quindi dovrà intervenire l’Asl per le condizioni in cui viviamo. Dobbiamo farci sentire” si legge nella didascalia di uno dei video pubblicati online. E forse l’unico modo davvero proficuo è questo.
Interviene il sindacato della polizia penitenziaria
Il sindacato della polizia penitenziari Osapp, che tramite il segretario nazionale Leo Beneduci, ha chiesto di dichiarare lo stato di emergenza nazionale nelle carceri, ha provato a ricostruire le proteste che sarebbero iniziate il 12 luglio con 4 agenti finiti in ospedale perché intossicati dal fumo.
Quel giorno alcuni detenuti avrebbero avrebbero bruciato un locale barberia e poi lanciato verso i cancelli bombolette di gas incendiate.