Nel talk show serale l’anchorman Evgheny Popov minaccia di colpire da Kaliningrad: Parigi, Berlino, Praga, Varsavia, Bucarest, Tallinn e Riga, e ovviamente il Regno Unito, Londra, Manchester, Birmingham, e le basi Usa. Solo propaganda o spaventosa realtà?
La sottile differenza tra propaganda e realtà cade se consideriamo che l’annuncio arriva dal primo canale dalla tv di stato russa, nello show politico serale della domenica alle 20: «Bastano tre missili e questa civiltà crollerà».
Queste le parole sul canale Rossiya1 l’anchorman Evgheny Popov, minacciando attacchi missilistici Iskander sulle capitali europee, e mentre lo dice, alle sue spalle viene proiettato un video con i target segnati in rosso: Parigi, Berlino, Praga, Varsavia, Bucarest, Tallinn e Riga, e ovviamente il Regno Unito (Londra, Manchester, Birmingham, eccetera).
Segue il dibattito sulle distanze chilometriche e i range di lancio per «annientare le capitali». Il Cremlino era rimasto un po’ più sul vago, ma niente panico, ci hanno pensato i suoi propagandisti.
“La Gran Bretagna è nella sua forma più vulnerabile, basta poco per farla crollare”
«Non è difficile indovinare la geografia della risposta, se un breve comunicato stampa della Casa Bianca diventa realtà», suggerisce il conduttore tv. Una mappa dell’Europa con potenziali obiettivi russi chiarisce il senso non metaforico: «Quasi tutte le capitali europee sono minacciate».
Poi Popov prosegue spiegando: «Attenzione speciale sarà per la Gran Bretagna, il nostro tradizionale nemico». Secondo lui, in questo paese sono minacciate Londra, Manchester, Birmingham, le basi militari di Davenport, Clyde Portsmouth e Chatham Dockyard. «La Gran Bretagna è nella sua forma più vulnerabile. In linea di principio, bastano tre missili e questa civiltà crollerà», ha concluso Popov.
Giusto due giorni fa si parlava di attacchi contro le capitali europee
Senza troppi peli sulla lingua, nemmeno due giorni fa il Cremlino aveva alluso ad attacchi contro le capitali europee in risposta allo spiegamento di missili americani in Germania, ma si era tenuto abbastanza sulle generali: per la prima volta dalla Guerra Fredda, l’11 luglio è stato annunciato che gli Stati Uniti dal 2026 schiereranno in Germania missili Tomahawk e SM-6, con una gittata fino a 2,5mila km (in grado di colpire obiettivi all’interno della Russia).
Lo schieramento dei suoi missili da parte degli Stati Uniti in Europa fa rischiare attacchi russi sulle capitali degli stati in cui saranno posizionate le armi americane a lungo raggio, aveva detto il portavoce del presidente russo, Dmitry Peskov: «L’Europa è nel mirino dei nostri missili, il nostro Paese è nel mirino dei missili americani localizzati in Europa (…) Abbiamo abbastanza potenziale per scoraggiare questi missili. Ma le vittime potenziali sono le capitali di questi stati», aveva spiegato Peskov al propagandista Pavel Zarubin, uno dei preferiti di Putin. A differenza dei Tomahawk, che verranno schierati dal 2026 in Germania, i missili russi sono già ampiamente presenti nell’exclave di Kaliningrad. Tutto questo, sarà pura propaganda o si nasconde una cruda realtà?