Trump, dopo l’attentato subìto pochi giorni fa, si è ripresentato al pubblico. Esattamente a una convention di repubblicani, in cui è stato accolto come se davvero fosse già diventato Presidente degli Stati Uniti. O meglio, è come se già lo fosse e le elezioni fossero solo una formalità. Nel mentre, ha nominato come suo vice. J.D. Vance è stato, infatti, nominato candidato alla vicepresidenza.
Due anni fa la rivista New Statesman aveva detto di lui: “Primo: frequenta una università Ivy League e lavora per un prestigiosa rivista di diritto. Secondo: scrivi un memoir lirico sulle tue origini in una famiglia difficile. Terzo: diventa senatore di uno Stato del Midwest. Quarto: diventa presidente degli Stati Uniti. Questa è stata la traiettoria di Obama. Potrebbe essere anche quella di J.D. Vance?”.
Ma che personaggio è Vance? È il più ideologicamente allineato a Trump, si è opposto strenuamente a nuovi fondi in Ucraina ed è favorevole a maggior dazi commerciali. Quando però decise di correre per il Senato nel 2022, Vance si trasformò in uno dei più fedeli sostenitori di Trump: ha sminuito l’attacco del 6 gennaio 2021 al Congresso, ha messo in dubbio che la vita dell’allora vicepresidente Mike Pence fosse a rischio.
Alla conferenza annuale dei conservatori a Orlando, ha detto che “consiglierebbe a Trump, se diventasse di nuovo presidente nel 2024, di licenziare ogni singolo burocrate, ogni funzionario dell’amministrazione, rimpiazzandoli con i nostri uomini”. Per ora uno dei suoi compiti più importanti sarà raccogliere fondi, soprattutto nella Silicon Valley, dove ha lavorato per il fondo di venture capital del miliardario Peter Thiel.