Jannik Sinner ha dato forfait ai Giochi olimpici, ancora prima di cominciare. Nello stato fisico in cui si trova – martedì ha avuto anche la febbre a 38 – ha valutato d’accordo con il team di non esporre l’anca destra reduce dall’infortunio di Madrid allo stress del rosso
E poi c’è quel brutto ricordo della semifinale del 7 giugno con Carlos Alcaraz, proprio sul centrale del Roland Garros, persa superando i crampi alla mano e l’indurimento dei muscoli delle cosce, massaggiati dal fisioterapista a più riprese.
Gioca forza sulla prudenza il gruppo di lavoro molto attento a rispettare le esigenze di un corpo che non ha terminato di crescere e la volontà di un giovane uomo che a 22 anni sta investendo come mai prima sulla vita privata. Te la senti di giocare a Madrid dopo aver avvertito l’anca pizzicare nella semifinale di Montecarlo con Tsitsipas? Sì. E di affrontare uno Slam (Parigi) come torneo di rientro dall’infortunio? Sì. E di tornare a Parigi per i Giochi con la tonsillite? No.
La decisione definitiva è sempre del giocatore. Perché la salute è sua, gli acciacchi imposti dal tennis moderno andranno gestiti per tutta la carriera. E perché è il capoufficio di tutti gli altri.
“Certe cose potevamo gestirle meglio…”
Certo saranno fatti esami più approfonditi per capire l’origine dei tre virus in tre mesi — l’influenza di Roma, il drammatico calo di pressione di Londra, la tonsillite di fine luglio —, dovranno essere rialzate le difese immunitarie del ragazzo e qualche leggerezza non verrà più commessa.
“Certe cose potevamo gestirle meglio…”, ha affermato Sinner a Wimbledon dopo il ko al quinto set con Medvedev. E verranno gestite meglio. Si avvicina la parte di stagione in cui il suo impero è più traballante. I primi mille punti saranno da blindare a Montreal, dal 6 agosto. A Cincinnati difenderà i sedicesimi, a New York gli ottavi. Del girone di Davis a Bologna è presto per parlare. Poi lo swing in Asia e il formidabile autunno europeo: a quello snodo Jannik dovrà essere tornato smagliante. È una fase di assestamento, con lezioni incorporate. Ma è tutto giusto così. Solo dal basso ci si può rialzare e Sinner ce lo insegna dopo ogni partita persa, ogni giornata no. La scalata verso il primo posto è stata tortuosa e ora fa paura perderla. Ma non sarà certo una tonsillite a rovinare uno dei giocatori più disciplinati che lo sport abbia mai vista. Forza campione.