Home CRONACA Non dite alla Santanché che la siccità in Sicilia minaccia il turismo…

Non dite alla Santanché che la siccità in Sicilia minaccia il turismo…

La ministra del Turismo Daniela Santanché, 63 anni - Fonte: Ipa - Dillingernews.it

Qui casca l’asino dell’autonomia differenziata. Dall’Anbi, associazione dei consorzi di bacino, arriva un allarme. «Tre settimane ancora e non ci sarà più acqua per l’agricoltura nel Centrosud», scrivono nel bollettino settimanale sulla situazione delle risorse idriche in Italia. Non dite alla ministra Daniela Santanché che il turismo potrebbe risentirne…

Gravissima per l’Anbi la condizione di Puglia, Abruzzo e Sicilia, ma anche Sardegna, Basilicata, Calabria, Campania e Lazio. Il Norditalia invece è «sovrabbondante d’acqua», con laghi e fiumi al di sopra delle portate medie. Le riserve idriche sono ai massimi, la neve è ancora abbondante sulle Alpi, laghi e fiumi sono al di sopra delle capacità e portate medie.

In particolare, la Sicilia si troverebbe in una crisi ambientale e in una siccità tra le peggiori del Dopoguerra. Tanto da spingere l’autorevolissimo quotidiano New York Times a scrivere che la mancanza d’acqua rischia di avere forti ripercussioni anche sul turismo dell’isola.

La ministra del Turismo Daniela Santanché non l’ha presa bene e ha replicato al NYT su X: “Nessuno nega il dramma della siccità in Sicilia, ma inaridire anche il turismo, colpevolizzandolo come fa il New York Times, aggiunge danno al danno”.

Un invito a nozze, per le opposizioni. Angelo Bonelli di Alleanza Verdi e Sinistra provoca la ministra, dicendo che «scopre l’emergenza solo grazie al New York Times. Parla di servizi che inaridiscono il turismo, ma così dimostra solo che la desertificazione è anche culturale. Dall’inizio della legislatura chiediamo alla premier Meloni di adottare politiche climatiche efficaci, in linea con le direttive scientifiche internazionali dell’Onu».

Produzioni agricole drasticamente diminuite

«La risposta del governo è stata il sabotaggio delle politiche di difesa del clima e la scelta di trasformare l’Italia in un hub del gas, con il contestuale blocco delle rinnovabili deciso dal ministro dell’Agricoltura Lollobrigida. Ora la siccità sta devastando il Sud e le produzioni agricole sono drasticamente diminuite, mentre l’acqua degli invasi non viene utilizzata perché non ci sono i collaudi e di conseguenza finisce in mare».


Rincara la dose il senatore del Movimento 5 Stelle, Pietro Lorefice: «Ora Santanchè ha da ridire perfino sul giornalismo d’oltreoceano. La disinformazione non è causata dal lavoro del NYT, ma dalla maggioranza stessa, arrivata ormai a incolpare gli occhiali della propria miopia». Lorefice richiama l’attenzione anche sull’emergenza incendi.

In Sicilia è emergenza siccità – Fonte: Ipa – Dillingernews.it

L’Italia brucia

Dal 15 giugno al 25 luglio, i vigili del fuoco hanno effettuato 23.272 interventi per incendi boschivi e di vegetazione, un aumento di 7.221 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quando furono 16.051. In tutto sono 104.224 i vigili del fuoco impegnati nelle operazioni di spegnimento, con 38.800 mezzi impiegati e per un totale di 27.654 ore d’intervento. Il maggior numero di incendi si registra in Puglia, dove i vigili del fuoco hanno effettuato 5.210 interventi. Le altre regioni più colpite sono state la Sicilia (4.901), il Lazio (3.473), la Calabria (2.724) e la Campania (2.053).

Tocca al ministro della Protezione civile Nello Musumeci spiegare le misure contro la siccità. «Abbiamo messo a disposizione 1,2 miliardi per le Regioni, 400 milioni per i progetti già in essere e 800 per le nuove iniziative. Il ministro Fitto mi dice però che le Regioni hanno utilizzato solo il 30% delle risorse fornite per combattere la siccità. Un dato che spero non sia aggiornato. C’è una cabina di regia che coinvolge cinque ministeri, abbiamo chiesto alle Regioni quali sono le priorità infrastrutturali per fare fronte alla calamità, ma ricordo che la lotta alla siccità si fa quando l’acqua c’è e in passato non c’è mai stata una programmazione seria, abbiamo sperperato acqua e oggi l’acqua si prende la rivincita. Bisogna capire come fare a conservare l’acqua piovana, servono infrastrutture capaci. Abbiamo elaborato un programma con circa 500 interventi da realizzare nell’arco di 10 anni. Dalla Sicilia ci sono arrivate 52 proposte, naturalmente dovremo fare i conti con le risorse, ma un primo passo bisogna farlo».

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