Più Donald Trump fa la voce grossa, più tradisce nervosismo, ormai lo abbiamo capito sia da quand’era presidente, sia in questa campagna elettorale. La pallottola che lo ha colpito all’orecchio destro l’ha comprensibilmente imbestialito e ora è lui a sparare ad alzo zero sulla rivale Kamala Harris.
L’ex presidente ha in effetti fondati motivi per essere preoccupato: il suo vantaggio su Kamala Harris non è eclatante. Un sondaggio di Cnn condotto online il 22 e 23 luglio gli attribuisce il 49% dei consensi, con la vicepresidente al 46%.
Ma c’è un dato su cui riflettere, che indica uno scarto con le scorse elezioni presidenziali. Nel 2020, solo il 37% degli elettori parteggiava decisamente per Joe Biden: il resto dei cittadini americani andò alle urne soprattutto perché Trump fosse battuto.
E infatti TheDonald va giù pesante: «Tre giorni fa abbiamo sconfitto il peggior presidente della storia: ha lasciato perché stava perdendo. Ora abbiamo una nuova vittima da battere, la più incompetente vicepresidente della storia». Trump è in North Carolina per il suo primo comizio dopo il ritiro di Joe Biden dalla corsa alla Casa Bianca.
«Harris è ultra-liberal, è terribile. È più liberal di Bernie Sanders. È una pazza della sinistra radicale. Era la responsabile del confine con il Messico ma non è mai andata al confine. Quando Kamala è stata mandata in Europa per prevenire l’attacco all’Ucraina, il presidente Vladimir Putin si è messo a ridere».
“Ritorno a un passato buio”
Trump esige inoltre le dimissioni del direttore dell’Fbi, Christopher Wray, reo a suo parere di aver mentito al Congresso americano. «Ho guardato l’audizione al Congresso di Wray. Gli è stato chiesto se avesse notato un declino cognitivo di Biden e ha detto di non aver notato nulla. Dovrebbe dimettersi immediatamente», scrive il tycoon sul suo social Truth.
Kamala Harris reagisce nel suo secondo comizio da candidata, a Indianapolis: «La piattaforma “Project 2025” di Trump è un ritorno a un passato buio, ma noi non torneremo indietro. Siamo di fronte a due visioni contrapposte, una che guarda al futuro e una al passato: noi crediamo e combattiamo per un futuro con una sanità abbordabile, senza povertà infantile, con un’economia per la classe media, dove le donne possono decidere sul proprio corpo».
“Indietro o avanti”
Intanto, il comitato preposto al regolamento della convention democratica ha approvato il processo di selezione del candidato presidenziale, tramite una votazione virtuale per appello nominale che inizierà all’inizio del mese prossimo. La Harris, che ha raccolto abbastanza delegati per vincere, sarà probabilmente dichiarata “nominee” entro il 7 agosto.
Dalla portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, arriva una puntualizzazione che contraddice Trump. «Biden non si è ritirato per motivi di salute, né perché crede che non possa servire altri quattro anni. La decisione presa riguarda il dare la priorità al Paese, al partito e agli americani. Siamo a un punto di svolta. L’America deve scegliere se andare indietro o avanti».