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Raid su Beirut, ucciso il numero due di Hezbollah: Israele si vendica dopo la strage del Golan

Raid su Beirut - Dillingernews.it

Israele aveva promesso una risposta durissima dopo l’attacco di Hezbollah a un campo di calcio nelle pianure del Golan che ha fatto dodici vittime. La promessa è stata mantenuta

Israele “ha condotto un raid aereo sulla periferia meridionale di Beirut”. Lo riferiscono fonti dell’Idf. Un attacco mirato contro il comandante di Hezbollah ritenuto “responsabile dell’omicidio dei bambini a Majdal Shams e dell’uccisione di numerosi altri civili israeliani”.

Così il portavoce militare di Israele secondo cui “al momento non ci sono cambiamenti nelle linee guida difensive dell’Home Front Command. Se verranno apportate modifiche, verrà rilasciato un aggiornamento”.

Ucciso il numero due di Hezbollah

L’alto dirigente di Hezbollah è stato ucciso nell’attacco a Beirut è Fouad Sukar, considerato il numero due dell’organizzazione guidata da Hassan Nasrallah. Lo riferiscono i media israeliani.

Conosciuto anche come Hajj Mohsin, è di fatto il capo di Stato maggiore di Hezbollah, riferisce Channel 12, parlando dell’esponente del movimento sciita libanese obiettivo dell’attacco Media vicini a Hezbollah, ripresi dai siti israeliani, hanno confermato che un comandante delle milizie sciite è stato eliminato nell’attacco israeliano. È anche ricercato dagli Stati Uniti per il suo ruolo nel bombardamento del 1983 della caserma dei marines americani a Beirut.

USA: “Continuiamo a credere che la diplomazia sia ancora la strada migliore”

“Continuiamo a credere che la diplomazia sia ancora la strada migliore”, ha detto il vice portavoce del dipartimento di Stato Usa Vedant Patel in un briefing con la stampa. “Il nostro sostegno a Israele è incrollabile, ma non vogliamo un’escalation”, ha aggiunto.

Nel pomeriggio Hezbollah aveva rivendicato l’attacco che ha ucciso un civile israeliano nel kibbutz Ha Goshrim, affermando di aver lanciato decine di razzi contro una vicina base militare. “Hezbollah ha oltrepassato la linea rossa”, così il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant pochi minuti dopo l’attacco dell’Idf a Beirut.

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Un ragazzaccio appassionato di sport, cultura e tutto ciò che è assorbibile. Stanco della notizia passiva classica dei giornali e intollerante all'ipocrisia e al perbenismo di cui questo paese trabocca. Amante della libertà e diritto della parola, che sta venendo stuprata da coloro che la lingua nemmeno conoscono. Contrario alla censura e alla violenza, fatta qualche piccola eccezione. Ossessionato dall'informazione per paura di essere fregato, affamato di successo perché solo i vincitori scriveranno la storia.