Cronisti di Repubblica, Stampa, Fatto e Domani hanno denunciato l’Italia dal punto di vista della libertà di stampa: ma sapete cosa significa davvero vivere in un Paese autoritario?
A denunciare l’Italia sotto il profilo della libertà di informazione è un documento firmato dal consorzio Media Freedom Rapid Response, cofinanziato dall’Unione Europea. Con la partnership, tra gli altri, della Federazione Europea dei giornalisti.
La stessa organizzazione guidata da Ricardo Gutierrez che, dopo la pubblicazione del rapporto europeo sullo Stato di diritto, aveva gridato alla deriva illiberale dell’Italia, chiedendo a Bruxelles di avviare una procedura di infrazione contro Roma.
Nella «missione» del consorzio europeo, realizzata tra il 16 e il 17 maggio scorsi, si ripercorrono gli stessi rilievi del recente rapporto Ue. Dalle querele temerarie ai presunti tentativi di «censurare» la Rai. Solo che stavolta c’è di più. Alla stesura dell’atto di accusa di 26 pagine hanno collaborato, in qualità di stakeholders, alcuni giornalisti italiani. E fin qui tutto normale, ormai siamo abituati.
Se non fosse che tra i cronisti che hanno partecipato al lavoro che dipinge una svolta autoritaria del governo italiano nel rapporto con i media, ci sono una serie di firme note per l’ostilità contro l’esecutivo di Giorgia Meloni. Giornalisti che lavorano per testate vicine all’opposizione come La Repubblica, La Stampa, Radio Popolare, Il Fatto Quotidiano, Domani di Carlo De Benedetti. E una domanda andrebbe fatta a questi cronisti: ma sapete cosa significa vivere in un Paese autoritario?
“con il governo Meloni la libertà di stampa è a rischio”
Ma, tornando ai giornalisti, spicca Ilario Lombardo de La Stampa, protagonista di più di un battibecco con Meloni durante conferenze stampa e punti stampa della premier con i cronisti al suo seguito. Lo stesso quotidiano torinese del Gruppo Gedi che prontamente ha pubblicato un articolo in cui si dà conto del report europeo. «Il rapporto di Media Freedom: con il governo Meloni la libertà di stampa è a rischio», il titolo del pezzo pubblicato ieri sulla versione online de La Stampa.
Ma fanno di più La Repubblica e Il Fatto Quotidiano. I due giornali, infatti, affidano il resoconto sul rapporto che parla di libertà di stampa a rischio agli stessi giornalisti che hanno collaborato al lavoro di Media Freedom Rapid Response. «Il report europeo sulla libertà di stampa boccia ancora l’Italia», il titolo del sito di Repubblica. A curare il pezzo è Matteo Pucciarelli. Nome che appare anche in calce al report in qualità di stakeholder. Identica operazione fa Il Fatto. Martina Castigliani scrive l’articolo sul documento anti-Meloni e compare anche tra chi ha collaborato al report-denuncia. Uguale Domani.