Ai mondiali no, alle Olimpiadi sì. Il caso del boxeur transgender Imane Khelif farà sicuramente discutere a lungo, implicato com’è in dilemmi quale il rapporto tra la genetica, l’individuo e le società. Domani, 1° agosto, l’algerina salirà sul ring per battersi con l’italiana Angela Carini nella categoria dei pesi welter (71-77 kg., ndr).
Il match sarà valido come qualificazione ai quarti di finale per chi tra le due andrà k.o. o trionferà ai punti. La decisione di permettere la sfida è stata presa dopo i test d’idoneità di genere, che però Imane Khelif non aveva superato ai mondiali di pugilato dell’anno scorso in India. Anche un’altra atleta trans, Lin Yu-Tin, è stata ammessa, a differenza che nel 2023.
Il caso diventa anche agone di scontro politico. Il vicepremier Matteo Salvini posta su X: “Pugile trans dell’Algeria – bandito dai mondiali di boxe – può partecipare alle Olimpiadi e affronterà la nostra Angela Carini”.
“Un’atleta messicana, Brianda Tamara, che l’aveva affrontata ha dichiarato: ‘I suoi colpi mi hanno fatto molto male, non credo di essermi mai sentita così nei miei 13 anni da pugile, nemmeno combattendo contro sparring partner uomini’”.
“Uno schiaffo all’etica dello sport”
“Uno schiaffo all’etica dello sport e alla credibilità delle Olimpiadi. Basta con le follie dell’ideologia ‘woke’!”. Stranamente, al momento non si rilevano commenti del generale Roberto Vannacci: sarà in ferie.
Invece il senatore della Lega Roberto Marti, presidente della commissione Sport a Palazzo Madama, condanna la vicenda: «È chiaro a tutti che Khelif, per natura, ha una prestanza fisica maggiore rispetto a una donna e che, quindi, si tratta di un confronto impari che non dovrebbe essere permesso Un cattivo esempio che va contro il codice morale dello sport».
Il Dna e le sue interpretazioni
Ai mondiali in India l’organo decisionale era la Iba (International Boxing Association). Il presidente Umar Kremlev citò i risultati del Dna e spiegò che entrambe le atlete eliminate «avevano cromosomi XY e per questo erano state estromesse dagli eventi sportivi così da garantire integrità e equità della competizione».
Alle Olimpiadi di Parigi il controllo è della Boxing Unit della Cio, secondo cui «tutti gli atleti che partecipano al torneo di pugilato dei Giochi olimpici di Parigi 2024 rispettano le norme di ammissibilità e di iscrizione alla competizione, nonché tutte le norme mediche applicabili in conformità con le regole 1.4 e 3.1 dell’Unità di pugilato di Parigi 2024». Stesso regolamento delle precedenti Olimpiadi di Tokyo con alcune modifiche per «limitare l’impatto sulla preparazione degli atleti e garantire continuità tra le edizioni dei Giochi Olimpici».