Biden ha fatto una grandissima impresa: altro che l’Italia, il Paese in cui se fanno tornare un cittadino lo chiamano assassino sulla prima pagina
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha confermato che tre cittadini americani e un titolare americano di carta verde, precedentemente imprigionati in Russia, stanno finalmente tornando a casa.
E lo ha annunciato con un certo orgoglio, una certa soddisfazione. Altro che l’Italia, il Paese in cui se fanno rientrare un cittadino italiano lo accolgono con “assassino” sulla prima pagina.
I liberati sono l’ex marine americano Paul Whelan, il reporter del Wall Street Journal Evan Gershkovich, la giornalista di Radio Liberty Alsu Kurmasheva e il dissidente russo Vladimir Kara-Murza. «Un’importante impresa diplomatica», così il presidente americano ha definito lo storico scambio di prigionieri – 26 in tutto – provenienti da sette diversi Paesi: Usa, Germania, Polonia, Slovenia, Norvegia, Russia e Bielorussia.
I prigionieri, ha affermato Biden in conferenza stampa, «sono stati trattenuti ingiustamente per anni. Tutti hanno sopportato sofferenze e incertezze inimmaginabili. Oggi la loro agonia è finita». Questo è un presidente. E non credo che vedremo nessun tipo di insulto sulla copertina del New York Times. Anzi probabilmente un “bentornato”.
Putin non parla ma a Biden non interessa
Durante il suo intervento, Biden ha espresso gratitudine ai numerosi alleati che hanno lavorato alle «complesse» negoziazioni e ha citato Germania, Polonia, Slovenia, Norvegia e Turchia. Questo scambio, ha osservato il presidente degli Usa in una nota, «è un potente esempio del perché è fondamentale avere amici in questo mondo di cui ci si può fidare e su cui contare. Le nostre alleanze rendono gli americani più sicuri».
Sollecitato da un giornalista su cosa avrebbe detto all’ex presidente Donald Trump, il quale ha sostenuto che avrebbe potuto negoziare il rilascio dei prigionieri senza concedere nulla, Biden ha replicato: «Perché non lo ha fatto quando era presidente?». Quanto, invece, alla domanda se si fosse sentito con il presidente della Russia, ha risposto: «Non ho bisogno di parlare con Vladimir Putin». Dal canto suo, il Cremlino non ha ancora commentato. Mentre il consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan, ha aggiunto ai giornalisti: «Dai tempi della Guerra fredda non c’è mai stato un numero simile di individui scambiati in questo modo e non c’è mai stato, per quanto ne sappiamo, uno scambio che abbia coinvolto così tanti Paesi, così tanti stretti partner e alleati degli Stati Uniti che lavorano insieme».