Ogni volta che emergono novità sul Covid balziamo tutti dalle sedie. Il ricordo del lockdown, le file di camion carichi di bare, la comprensibile psicosi collettiva generata dalla pandemia sono ancora molto freschi. E abbiamo tutti in casa una riserva di mascherine, non si sa mai. Ora si parla della variante Covid Kp.3.1.1, messi in allarme dallo scienziato americano Eric Topol.
Vice presidente esecutivo Scripps Research, fondatore e direttore Scripps Research Translational Institute, Topol twitta su X: “La variante Covid Kp.3.1.1 è in procinto di diventare dominante, rappresentando una sfida maggiore per la nostra risposta immunitaria rispetto a Kp.3 e alle varianti precedenti (specialmente senza il nuovo booster contro Kp.2 quando ne abbiamo bisogno per le persone ad alto rischio)”.
Questa variante, che come spiegano gli esperti è figlia della KP.3 a sua volta discendente di JN.1, si diffonde anche in Italia. Se a giugno il nuovo mutante di Sars-CoV-2 è stato responsabile di quasi un quinto delle infezioni registrate nel nostro Paese (18,7, un balzo rispetto all’1,9% di maggio), a luglio sarebbe salito a oltre il 31%. Più di 3 casi su 10 sarebbero quindi riconducibili a KP.3.1.1.
Un monitoraggio della cabina di regia ministero della Salute-Istituto superiore di sanità snocciola altre notizie in un linguaggio tecnico incomprensibile per i non addetti ai lavori: “Dati preliminari relativi al mese di luglio 2024 (al 29 luglio) evidenziano la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale”.
“Tra questi, in crescita la proporzione di sequenziamenti attribuibili al lignaggio KP.3.1.1 (a luglio 31,5%), oggetto di monitoraggio internazionale (Vum), caratterizzato dalla delezione del residuo di serina in posizione 31 della proteina Spike”.
«Più trasmissibile ma sintomi lievi»”
Fabrizio Maggi, direttore Uoc Virologia e Laboratori Biosicurezza dell’Inmi Lazzaro Spallanzani Irccs di Roma, rilascia una dichiarazione più accessibile e soprattutto rassicurante: «L’aumento dei casi Covid nelle ultime settimane è un fenomeno previsto nella traiettoria evolutiva del virus che continua sottotraccia la propria corsa verso il traguardo del definitivo adattamento all’uomo».
«Questo aumento è dovuto alla nuova variante, la KP.3.1.1, che mostra una maggiore capacità di trasmissione e una certa resistenza agli anticorpi neutralizzanti, sia quelli derivati da infezioni precedenti che quelli indotti da vaccino».
Come un raffreddore
«La nuova variante è emersa come risultato di queste mutazioni ‘favorevoli’ che le hanno permesso di diffondersi rapidamente e diventare dominante. Tuttavia, i suoi sintomi principali sono generalmente lievi e simili a quelli di un raffreddore o di una lieve influenza».
«Infatti, conclude Maggi, «l’immunità ibrida presente nella popolazione e il sempre maggior adattamento del virus all’ospite umano rappresentano fattori importanti nella progressiva attenuazione della sintomatologia. Tuttavia, è sempre importante monitorare i sintomi e, se necessario, consultare un medico, soprattutto nel caso di soggetti anziani con gravi patologie concomitanti o immunocompromessi».