Le contestazioni erano risalenti al periodo di lavoro a Mosca
Si era discusso molto della sua candidatura, e nel mentre la coincidenza ha voluto che il “Corriere” raccontasse di un procedimento per peculato e truffa. Ora non solo il generale esce prosciolto dallo Stato Maggiore della Difesa, ma si scopre anche che i fatti non sono mai stati contestati dalle Procure.
Ad annunciarlo il suo avvocato, Giorgio Carta, spiegando che con decreto del 26 luglio “il Sottocapo di Stato maggiore della Difesa ha decretato la non sussistenza di alcun tipo di responsabilità amministrativa, per dolo o colpa grave, ed ha trasmesso i relativi atti alla competente Procura Regionale per la Sezione giurisdizionale per il Lazio della Corte dei Conti che, peraltro, a differenza di quanto riferito dai media, non aveva comunicato all’ufficiale alcun procedimento a suo carico”.
Al generale, oggi eurodeputato, era contestato l’utilizzo improprio di un auto di sevizio e l’uso di risorse attinenti al fondo ‘Promozione Italia’ per l’organizzazione di eventi conviviali istituzionali nel suo ruolo all’ambasciata di Russia. “A tal riguardo – spiega il legale -, si comunica altresì che, contrariamente a quanto riportato dalla stampa, i fatti in questione non sono stati contestati nemmeno dalla Procura militare né da quella ordinaria”.