Nel Regno Unito scoppia e si dilaga a macchia d’olio un’ondata di violenza che si potrebbe interpretare come xenofoba ma, prendendo il caso di Liverpool, una delle città messe a ferro e fuoco, ha radici antiche e un “corpo speciale”, gli Hooligans.
Casus belli, l’assassinio di tre bambine in un centro estivo attribuito in un primo momento a un migrante minorenne. Si è poi invece verificato trattarsi di un 17enne nato in Inghilterra e con origini ruandesi, altra terra dove si è perpetrato addirittura un genocidio.
Alla fine 90 persone arrestate nel quadro di disordini, secondo i resoconti della stampa britannica, particolarmente violenti a Hull, Liverpool, Bristol, Manchester, Stoke-on-Trent, Blackpool e Belfast, con lancio di oggetti, saccheggio di negozi e attacchi alla polizia.
Il premier laburista Keir Starmer ha dato alla polizia il «pieno sostegno» del governo nell’agire contro quelli che ha definito «estremisti che seminano odio, bisogna distinguere fra il diritto alla libertà di espressione e i disordini violenti a cui abbiamo assistito». La ministra dell’Interno Yvette Cooper ha ribadito che «la violenza criminale e il disordine non trovano posto nelle strade della Gran Bretagna».
Alle proteste dell’estrema destra hanno risposto contromanifestazioni antifasciste: a Liverpool, alcune centinaia di persone hanno urlato slogan di benvenuto ai rifugiati e contro i “nazisti”. Fra i due cortei ci sono stati scontri e i disordini sono continuati tutta la notte, con incendi appiccati a una biblioteca e ai bidoni della spazzatura e assalti a diversi negozi. Alcuni agenti sono rimasti feriti e, solo a Liverpool, gli arresti sono stati 23.
Lancio di mattoni
Durante le manifestazioni sono stati lanciati mattoni contro agenti di polizia a Stoke-on-Trent; sono state sfondate le finestre di un hotel usato per ospitare i migranti a Hull, dove tre agenti di polizia sono stati feriti e quattro persone arrestate. In seguito, i video diffusi sui social media hanno mostrato negozi in fiamme. Diversi agenti sono stati feriti durante i “gravi disordini” nel centro di Liverpool, dove sono stati lanciati mattoni, bottiglie e bengala; due agenti hanno avuto bisogno di cure ospedaliere e sono stati effettuati sei arresti. Nella Old Market Square di Nottingham sono scoppiati tafferugli tra gruppi opposti, con lancio di bottiglie e altri oggetti da entrambe le parti. A Leeds, circa 150 persone che portavano bandiere della St George’s Cross, gridando «non siete più inglesi» e «i musulmani pedofili fuori dalle nostre strade», sono state ampiamente superate da centinaia di controprotestanti che gridavano «la feccia nazista fuori dalle nostre strade». A Blackpool sono scoppiati scontri tra manifestanti e punk con lancio di bottiglie e sedie.
Un intervento politico urgente
La necessità di un intervento politico urgente è stata sottolineata dal consulente indipendente del governo per la violenza politica e i disordini, Lord Walney, che ha dichiarato all’Observer che potrebbero essere necessari nuovi poteri di emergenza. «Il sistema non è pronto a gestire questa ondata di disordini alimentata da attori di estrema destra. Credo che i ministri dell’Interno vogliano prendere in considerazione con urgenza un nuovo quadro di emergenza, magari di natura temporanea, che consenta alla polizia di utilizzare tutti i poteri di arresto per impedire che le persone si radunino in presenza di un chiaro intento di alimentare disordini violenti».