I fatti ormai sono stranoti, arcidimostrati e passati in giudicato. La sera del 1° novembre 2017, la studentessa Meredith Kercher va incontro a una morte atroce, per sgozzamento. Amanda Knox era una sua coinquilina a Perugia, imputata dell’omicidio e condannata in primo grado. Poi interviene la potenza degli Stati Uniti, da cui proviene Amanda e, lasciando l’amaro in bocca ai pm, ora è libera e vive a Seattle felice e beata. Anche se sul suo capo pende una condanna recentissima.
La Corte d’Assise d’Appello di Firenze ha reso note le motivazioni della sentenza di condanna a tre anni per calunnia ai danni di Patrick Lumumba.
Amanda Knox accusò l’uomo di aver tagliato la gola a Meredith «per uscire dalla situazione scomoda in cui si trovava».
Lumumba era il titolare del bar dove Amanda lavorava, il più a portata di mano per scaricare tutto su un capro espiatorio.
Patrick denunciò la ragazza, ma dovette comunque sottostare alla spirale di un processo penale che lo ha visto ingiustamente coinvolto.
“Accusare un innocente”
I giudici scrivono che Amanda Knox se la prese con Lumumba in quanto “era l’unica delle coinquiline di Meredith Kercher presente a Perugia la sera dei fatti e con la disponibilità della chiave d’accesso all’abitazione nella quale è avvenuto l’omicidio».
Per questo, con gli accertamenti degli inquirenti ancora in corso aveva deciso di “accusare un innocente per porre termine alle indagini, reputandosi in una posizione delicata e non potendo prevederne l’esito”.
Ad aggravare la posizione della condannata in secondo appello è la fermezza con cui portò avanti la sua tesi pur sapendo “Lumumba estraneo alla vicenda, nonostante la consapevolezza dimostrata e il senso di colpa manifestato”.
Ostacolare gli investigatori
“Il perdurare di tale atteggiamento segna una netta divaricazione dal comportamento volto alla collaborazione con gli investigatori, più volte rappresentato dalla difesa e dalla stessa imputata”.
Forse è un po’ esagerato ridimensionare il nostro Paese a colonia degli Usa, di certo quando ci sono di mezzo gli americani non dettiamo legge in patria. D’altronde, non possiamo farci nulla se siamo la pedina geopoliticamente più importante della Nato, terra di confine con l’Occidente, il Medio Oriente e l’Africa.