Sergio Mattarella ha atteso l’ultimo giorno possibile, il trentesimo, per promulgare la legge Nordio sulla parziale riforma della giustizia. Il presidente della Repubblica si è mosso con la massima cautela per approfondire se il nuovo reato previsto, il “peculato per distrazione”, bilanciasse la cancellazione del reato d’abuso d’ufficio.
Il capo dello Stato ha inteso così tutelare l’Italia dalle eventuali critiche dell’Unione europea e proteggerla il più possibile dal rischio di procedure d’infrazione. L’Associazione italiana magistrati (Anm), con il segretario generale Salvatore Casciaro, è critica sulla riforma: «Lascerà il cittadino più solo e indifeso di fronte alle angherie dei pubblici ufficiali».
Casciaro obietta all’osservazione che il scarso numero delle condanne comminate possa essere un criterio: «Non mi pare d’altronde che analogo approccio il governo abbia avuto per il nuovo reato anti-rave, per il quale ci sono stati pochissimi procedimenti e, a quanto consta, nessuna condanna».
Tra i provvedimenti compresi nella legge Nordio, si è discusso aspramente sul divieto per l’informazione di «pubblicare, anche in modo parziale, il contenuto delle intercettazioni e delle captazioni ambientali, a meno che non sia riportato dal giudice nella motivazione di un provvedimento o utilizzato in dibattimento».
E si registrano perplessità anche nella compagine di governo: Maurizio Lupi di Noi moderati segnala che «la giustizia è un tema strategico, su carceri e abuso d’ufficio il centrodestra ha fatto passi avanti importanti ma all’Italia serve una riforma organica, che renda il nostro sistema giudiziario più efficace, più equo e più veloce».
«L’abuso d’ufficio norma desueta»
Cambia invece in parte orientamento Forza Italia, finora assai critica sul decreto Carceri; secondo Pietro Pittalis, «l’abuso d’ufficio è una norma incriminatrice desueta e dannosa, un ostacolo alla ripresa del Paese con un costo di circa il 2% del Pil».
Pittalis avanza la proposta di un altro provvedimento: «Una modifica della legge Severino per evitare, in barba al principio di presunzione di innocenza, che gli amministratori pubblici condannati in primo grado debbano essere sospesi dalle funzioni».
Opposizioni all’attacco
Le opposizioni si schierano compatte comunque sul decreto Carceri. Roberto Giachetti di Italia Viva, insieme con l’associazione Nessuno tocchi Caino e la radicale Rita Bernardini, ha presentato un esposto contro il ministro Nordio e i sottosegretari Andrea Delmastro e Andrea Ostellari per i suicidi in carcere (66 dall’inizio dell’anno). Giachetti chiede di verificare «eventuali responsabilità penali dei tre esponenti governativi che, avendo specifici obblighi di custodia dei carcerati, non vi adempiono cagionando loro un danno evidente alla salute, fisica o psichica, e alla loro stessa vita».
Il parlamentare lancia un allarmante j’accuse sulle colonne dell’Huffingon Post: «Sono convinto che loro abbiano un disegno: fare in modo che la situazione degeneri per fare un’operazione repressiva». Francesco Paolo Sisto (FI), il viceministro alla Giustizia, dissente: «Rispetto le battaglie di Giachetti. Ma il metodo, con il coinvolgimento della Procura, questa volta non è corretto». Infine, Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera, chiede tramite Il Foglio alla maggioranza di uscire dalla «discarica giustizialista. Altrimenti che ci stiamo a fare al governo?».