Nulla è certo. Tutto ciò a cui possiamo credere sono le sue dichiarazioni, che parlano di coliche renali che gli hanno permesso una sconfitta da eroe. Eroe che probabilmente non è
Che cosa ha davvero distrutto il sogno di Gianmarco Tamberi non lo sapremo mai. Tutto ciò a cui possiamo aggrapparci sono le sue dichiarazioni, ma noi di Dillinger non siamo rimasti così convinti.
Analizziamo un attimo la situazione: Gimbo Tamberi, un’atleta vero, uno di quelli che magari non è predisposto geneticamente ad avere un certo fisico, uno di quelli che non vedresti mai nelle vesti di un campione olimpionico. Gianmarco è disciplina, un uomo che non aveva le carte in tavola per diventare qualcuno ma che ha dato corpo e anima per raggiungere i suoi sogni.
Una passione sconfinata, una forza di volontà rara. L’azzurro è diventato idolo di tutti noi tifosi anche per questo. Il campione ci ha parlato anche dell’altra faccia della medaglia, quella più dolorosa: dall’accanimento feroce con cui ha massacrato il suo fisico, ai blackout che “andavano e venivano”. Per non parlare del “buio pesto di un tunnel di cui non vedevo la fine” di metà maggio.
Potremmo anche parlare di quella morbosa eccitazione di giugno agli Europei di Roma dove ha infilato la più bella serie di salti di tutta la carriera. Oppure di una semplice caduta dovuta ad un digiuno punitivo eccessivo che avrebbe ammazzato chiunque. Beh, nulla di tutto questo.
Ecco la verità
I medici, che hanno osservato il suo profilo scheletrico e letto i referti della pesatura, hanno definito a serio rischio il suo 3% di massa grassa – una cosa mai sentita prima – e gli psicologi sono rimasti turbati dalla ripetuta ostentazione di Tamberi nell’esibire su Instagram le tracce filiformi delle sue pieghe di grasso sull’addome sudato.
I soliloqui e i pensieri che un’atleta di questo calibro si fa tra sé e sé e che al massimo va a confidare al mental coach o al proprio psicoanalista, Tamberi lo urla al mondo: “Mi sto massacrando per coronare un sogno. Non starò esagerando? Non rischio di farmi male?”. E queste sono frasi forti, parole che smuovono un pubblico che vive o muore a seconda di quello che dici. E Gianmarco non fa altro che nutrirsi di questi like, commenti e messaggi di conforto come se fossero medicine per guarire questo suo dolore.
Non sappiamo nulla, ma abbiamo la nostra idea
E proprio come i fan sono farmaci immaginari, lo sono anche le sofferenze, gli incubi, i demoni, e persino le coliche renali. Ci teniamo a dire che non abbiamo prove certe a riguardo, e nessuno le avrà mai, ma voi credete davvero che un’atleta olimpico, con una serietà del genere, che ha un fisico pronto a tutto e che è stato sottoposto agli estremi peggiori, esattamente tre giorni prima della prova ceda in questo modo?
E se fosse invece che il nostro caro Gimbo avesse voluto ricorrere ad un qualche aiutino non legale al 100% per battere ogni record e l’effetto riscontrato è stato devastante? (è una nostra supposizione eh) Questo spiegherebbe tutta la sceneggiata avvenuta in questi giorni, dove l’atleta, consapevole di aver fatto un gravissimo errore e soprattutto che avrebbe deluso milioni di italiani, ha ottenuto la chiave per passare per vittima. Colui che, nonostante i dolori lancinanti e gli sputi di sangue, ha deciso comunque di provarci, spacciandosi per un eroe nazionale. Bravo Giambo. Ci sei riuscito. Sono tutti dalla tua parte. Tranne noi.