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Vespa, l’italianità e il razzismo

Il giornalista Bruno Vespa, 80 anni - Fonte: Ipa - Dillingernews.it

Ahi Ahi Signor Vespa, lei ci cade sulla punteggiatura! L’Italvolley vince regalando l’ultima medaglia tricolore delle Olimpiadi e Mr. Porta a Porta twitta: “Paola Enogu e Myriam Sylla:brave,nere,italiane.Esempio di integrazione vincente”. Sbagliata anche la grafia: Egonu e non Enogu. Grave per un giornalista, anche se meno del velato ma chiaro razzismo. L’Usigrai, sindacato dei giornalisti del servizio pubblico, non lo perdona.

“Il post su X di Bruno Vespa è indegno del servizio pubblico”, scrive in un comunicato l’Usigrai. “Nel complimentarsi per la vittoria dell’Italvolley l’artista scrive testualmente ‘Complimenti a Paola Egonu e Myriam Sylla, brave, nere, italiane. Esempio di integrazione vincente’”.

“Vespa oltre a ignorare totalmente la storia delle due giocatrici, che sono nate in Italia dove si sono formate sportivamente, sottolinea senza alcun motivo il colore della loro pelle, dimostrando un razzismo latente e una mentalità retrograda”.

“Che Vespa sia ormai totalmente inadeguato per il servizio pubblico lo dimostra ogni volta, non ultima la puntata sull’interruzione volontaria di gravidanza con ospiti soli uomini”.

“Ci chiediamo cosa aspetti la Rai a intervenire considerata anche l’onerosa collaborazione dell’artista (escamotage usato per aggirare il tetto dei 240mila euro di retribuzione nella pubblica amministrazione)”.

Chiamiamole “scuse”

Capito di aver fatto una frittata, Bruno Vespa cerca rimediare: “So benissimo che Paola Egonu e Myriam Sylla sono nate in Italia. Ma basta questo a salvare dalle polemiche chi nasce con la pelle nera?”.

“Anche loro purtroppo debbono integrarsi in un mondo più razzista di quanto s’immagini. E le due campionesse ci sono riuscite benissimo”.

Paola Egonu e Myriam Sylla – Fonte: Ipa – Dillingernews.it

Simbolo di terra e aria

Lui ci prova, però le polemiche non calano. Allora affida all’Ansa una perla di retorica novecentesca: «Non capisco dove nasca la polemica. Nascere in Italia non significa niente: contano la famiglia, la formazione e purtroppo anche il colore della pelle. È l’elemento più vistoso, ma non il più rilevante».

«I meridionali che arrivarono a Torino negli anni Cinquanta e Sessanta altro che integrazione dovettero affrontare… Figuriamoci Paola e Myriam in un paese dove il razzismo non è certo scomparso. Quelle due ragazze sono simbolo di terra e aria. E hanno fatto volare anche chi non le ama». Ma ci faccia il piacere!

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