Home CRONACA Il sindacato di polizia penitenziaria all’attacco del decreto carceri

Il sindacato di polizia penitenziaria all’attacco del decreto carceri

Leo Beneduci, segretario dell'Osapp - Fonte: Web - Dillingernews.it

Si aprono le prime crepe del decreto carceri e i sindacati di polizia penitenziaria sono sul piede di guerra. Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha distribuito un vademecum contando di chiarire agli istituti di pena le modifiche disposte dal decreto. Comprende una circolare che lascia perplessi: “Ogni volta che il ristretto farà una istanza per le misure alternative alla detenzione, automaticamente il magistrato di sorveglianza applicherà la riduzione per la liberazione anticipata”. L’Osapp (Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria) la contesta parola per parola.

Nelle carte spedite a provveditori e direttori degli istituti che dovranno poi diffonderlo nelle strutture, si vorrebbe spiegare, in sette punti, varie “novità migliorative della condizione detentiva introdotte dal decreto”.

Come l’aumento del numero di telefonate a disposizione per i detenuti, oltre ad altri provvedimenti e facilitazioni di tipo burocratico previsti dalle normative. Inoltre, si prevederebbe che “la pena venga ridotta di 45 giorni ogni sei mesi, automaticamente senza necessità di fare alcuna istanza al magistrato di sorveglianza, se il ristretto parteciperà alle attività di rieducazione”.

Poi, il punto 4: “Ogni volta che il ristretto farà una istanza per le misure alternative alla detenzione, automaticamente il magistrato di sorveglianza applicherà la riduzione per la liberazione anticipata”.

Il segretario dell’Osapp Leo Beneduci segnala “un macroscopico errore che un dipartimento del ministero della Giustizia non può permettersi”.

“Falso e fuorviante”

“Al punto 4 del documento si afferma erroneamente che ogni volta che un detenuto presenta un’istanza ha diritto ai giorni di liberazione anticipata”.

“Questa è una dichiarazione non solo falsa, ma anche pericolosamente fuorviante”. Beneduci sostiene che il vademecum “non è stato tradotto in altre lingue, creando ulteriori barriere in un sistema carcerario che ospita detenuti di diverse nazionalità”.

Una manifestazione di protesta dell’Osapp – Fonte: Web – Dillingernews.it

“Un sistema che ha perso la bussola”

“Questa mancanza non è solo una svista, ma un’esclusione deliberata che complica ulteriormente la comprensione e l’applicazione delle norme”.

“Questo vademecum non è solo un documento mal scritto, ma il simbolo di un sistema che ha perso la bussola, è il riflesso di un’amministrazione che naviga a vista, incapace di comprendere le proprie leggi, figuriamoci di applicarle con giustizia ed equità”.

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