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Anche l’Antitrust dice basta alla proroga delle concessioni Balneari: “si facciano subito le gare”

L’Antitrust richiama i comuni e dice stop ai rinnovi automatici per le concessioni dei balneari

L’Antitrust si fa sentire contro le proroghe delle concessioni balneari. Lo aveva già fatto in passato, più volte, con pareri motivati ai singoli Comuni e rivolgendosi anche direttamente al Parlamento.

Ora, in pieno agosto nel bel mezzo dell’estate, a tre giorni dal primo sciopero degli ombrelloni, lo fa con un richiamo più preciso e più forte: una segnalazione allargata a tutta l’Anci e alla Conferenza Stato-Regioni con l’obiettivo di mettere la parola fine alle violazioni della concorrenza e agli effetti “distorsivi” dei rinnovi automatici.

Quello che gli enti concedenti devono fare, afferma il Garante, è avviare rapidamente le procedure di gara, in modo da assegnare i nuovi bandi entro la fine di quest’anno.

L’Autorità parte da alcuni assunti di base mandando dei messaggi anche al governo che sul tema è alle prese ormai da tempo per cercare una soluzione di compromesso tra la normativa europea – per la quale l’Italia è già in procedura di infrazione – e le esigenze delle associazioni dei balneari.

Il mercato è saturo

Innanzitutto, prima ancora dei risultati dell’attesa mappatura a cui punta l’esecutivo, l’Antitrust afferma senza particolari dubbi, grazie anche alle conclusioni del Consiglio di Stato, che la risorsa demaniale, in pratica le spiagge libere, è scarsa, in alcuni casi anzi addirittura inesistente per i nuovi potenziali entranti nel mercato.

In secondo luogo, non in termini di importanza, la legge europea vince su quella nazionale, quindi la direttiva Bolkestein deve far disapplicare le norme del decreto Milleproroghe che hanno disposto la proroga delle concessioni a fine 2024 e in casi eccezionali al 2025. Terzo, anche nel caso in cui si volesse applicare la legge italiana, le motivazioni dei casi eccezionali a cui sono ricorse molte località turistiche per rinnovare i contratti esistenti non rispettano la normativa. La segnalazione spiega cioè che in molte occasioni gli argomenti degli enti a sostegno della proroga sono apparsi “infondati”.

Nessuno aveva avviato una procedura selettiva per l’assegnazione delle concessioni

La legge infatti “circoscrive la possibilità di differire ulteriormente la durata delle concessioni a ipotesi del tutto eccezionali connesse a specifiche circostanze che impediscono la conclusione della procedura selettiva. Affinché la norma possa trovare applicazione, dunque, – sottolinea l’Antitrust – è necessario che la procedura selettiva sia stata avviata e che sussistano ragioni oggettive che ne impediscono la conclusione”. Ma “in nessuno” dei casi esaminati dall’Autorità le amministrazioni concedenti avevano avviato una procedura selettiva per l’assegnazione delle concessioni. Tanto basta per il richiamo agli enti locali. Ma il problema, spiega Antonio Capacchione, presidente del Sindacato italiano balneari, “è che l’Autorità fa riferimento a una proroga automatica generalizzata, che è chiaramente improponibile. Siamo sempre stati d’accordo con l’idea di una proroga differenziata – puntualizza – e dalle indiscrezioni mi sembra che il governo stia andando proprio verso questo tipo di proroghe”.

Per il presidente di Federbalneari, Marco Maurelli, l’Agcm adotta invece “due pesi e due misure che non rappresentano mai una soluzione equa. Non pretendiamo che si fermino i processi, ma che si rispetti il legislatore ed il dialogo con la Commissione Ue per ottenere una riforma che manca da 15 anni”. Negli ultimi giorni è comparsa sulla stampa l’ipotesi che nelle Regioni in cui le spiagge libere risultino inferiori al 25% le concessioni siano prorogate fino al 31 dicembre 2027, in quelle in cui la quota sia invece superiore al 25% si arrivi fino al 31 dicembre 2029.

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Un ragazzaccio appassionato di sport, cultura e tutto ciò che è assorbibile. Stanco della notizia passiva classica dei giornali e intollerante all'ipocrisia e al perbenismo di cui questo paese trabocca. Amante della libertà e diritto della parola, che sta venendo stuprata da coloro che la lingua nemmeno conoscono. Contrario alla censura e alla violenza, fatta qualche piccola eccezione. Ossessionato dall'informazione per paura di essere fregato, affamato di successo perché solo i vincitori scriveranno la storia.