Donald Trump si dichiara pronto a cooptare Elon Musk per un ruolo di consigliere o di membro del suo gabinetto, in caso di vittoria alle elezioni presidenziali di novembre. E si espone ufficialmente, in una intervista a Reuters, tra le principali agenzie di stampa al mondo. «Musk è un ragazzo molto intelligente», lo elogia TheDonald. «Lo farei sicuramente. È un ragazzo brillante».
Elon Musk non ha perso un minuto di tempo per rispondere altrettanto ufficialmente sul suo X, twittando: “Sono disposto a servire”, intabarrato in giacca e cravatta in un’immagine creata con l’AI dove simula un comizio con sullo sfondo la bandiera americana e la scritta “Dipartimento dell’efficienza governativa”.
A luglio, Musk aveva già enfatizzato il proprio endorsement per Trump dopo l’attentato subito dall’ex presidente in Pennsylvania e la ferita d’arma da fuoco all’orecchio destro. All’inizio di agosto, Mister Tesla ha intervistato il tycoon su X: il video della chiacchierata, che secondo Musk stata oggetto di un massiccio attacco informatico, ha raccolto oltre un miliardo di visualizzazioni.
Va ricordato inoltre che proprio Musk ha ripristinato il profilo X di Trump, che la precedente proprietà del social aveva bannato a tempo indeterminato dopo l’attacco a Capitol Hill del 6 gennaio 2021. E va comunque sottolineato che Musk ha smentito il presunto contributo mensile di 45 milioni di dollari ad un supercomitato che sostiene la candidatura di Trump.
Quelli di Grok
Nel frattempo, il giornalista Alberto Puliafito, che cura una rubrica settimanale sull’intelligenza artificiale per internazionale.it, ci informa di una nuova creatura di Musk, Grok. “È l’intelligenza artificiale generativa sviluppata da una delle aziende di Elon Musk ed è quasi completamente senza censure”, spiega l’esperto. “Significa che può produrre contenuti che verrebbero ritenuti scomodi o poco opportuni da chi sviluppa altri strumenti come ChatGpt o Gemini. Musk è ossessionato da una versione molto personale dell’idea di libertà di parola. Potremmo riassumerla così: si deve poter dire tutto, ma tutto ciò che piace a Musk deve avere più visibilità”.
“Nell’era delle piattaforme e degli algoritmi, in effetti, una vecchia battuta diventata anche il titolo di un saggio dice: “free speech is not free reach”. Il gioco di parole che si basa sul doppio significato di free (vuol dire sia “libero” sia “gratuito”) è intraducibile. Si può rendere in italiano così: la libertà di espressione non garantisce la diffusione. Ci possiamo esprimere liberamente ma non è affatto detto che quel che diciamo raggiunga un vasto pubblico. Per questo Musk volle per sé, fin dal 2023, un trattamento speciale per aumentare la visibilità dei propri tweet (all’epoca si chiamavano ancora così). Prendere in ostaggio il concetto di libertà di espressione è una strategia che vediamo svilupparsi da anni e che funziona meglio se, tutto attorno, c’è il caos. In questa generazione di caos si inserisce Grok.
Un caos che fa comodo a Trump e a Musk
Anche la nuova versione text-to-imagine di Grok, quella che genera immagini sintetiche a partire da comandi testuali, è quasi completamente senza censure. Dal 14 agosto è a disposizione inclusa nell’abbonamento a X, la piattaforma social di Musk. C’è chi ha generato l’immagine iperrealistica di Trump che accarezza la pancia di una donna incinta. La donna ricorda vagamente Kamala Harris. C’è chi si cimenta con Obama o Bush che fanno uso di droghe o con Harris che punta una pistola”.
“La possibilità di creare queste immagini a basso costo dovrebbe preoccuparci? È davvero un problema in termini di manipolazione della realtà? La risposta è complessa. Di certo a persone come Musk e Trump questo caos fa comodo. Anche perché, a complicare la situazione, c’è il modo in cui questa incertezza sui contenuti viene cavalcata da chi ha interessi a intorbidire le acque della conversazione pubblica”.