Dal Bayesian, veliero inabissatosi al largo di Porticello, emergono altri cinque cadaveri. Li hanno recuperati i sub dei Vigili del fuoco nelle cabine dello yacht, dietro materassi e suppellettili. I sommozzatori devono lavorare in condizioni difficilissime, tanto da dichiarare, dopo la prima immersione, di essersi trovati davanti a «una piccola Concordia». Le ricerche a 50 metri di profondità impongono di limitare le immersioni a 12 minuti, di cui 2 per scendere e risalire. Rimane ancora dispersa la figlia del proprietario della nave Mike Lynch, Hanna.
Le quattro salme recuperate sono di Mike Lynch, di Jonathan Bloomer, il presidente della Morgan Stanley International, della moglie Anne Elizabeth, del legale Chris Morvillo e della moglie Nada. Il bilancio sale a sei vittime e quindici sopravvissuti. Stando alle prime ricostruzioni, il veliero britannico è adagiato sulla fiancata di dritta, lo scafo non presenterebbe falle e l’albero maestro in alluminio, alto 75 metri, sarebbe integro. Ad attirare l’attenzione dei sub è stata anche la grande deriva mobile dell’imbarcazione, parzialmente sollevata perché il veliero si trovava in rada.
Il tabloid inglese Daily Mail avanza l’ipotesi dei “portelloni lasciati aperti”, possibile via d’accesso per una grande massa d’acqua che avrebbe riempito completamente lo scafo, facendolo affondare in pochi secondi. Ma è contraddetta da vari esperti di nautica, mentre rimane il mistero sulle cause dell’affondamento.
Si vagliano le immagini di un robot sottomarino, il Rov (Remotely Operated Vehicle), capace di operare sul fondale marino fino a una quota di 300 metri con un’autonomia tra le 6 e le 7 ore, dotato di un’avanzata tecnologia che permette di indagare i fondali e di registrare video e immagini dettagliate.
La Procura di Termini Imerese sta indagando sul naufragio. Il Procuratore Ambrogio Cartosio continua a mantenere uno stretto riserbo sull’inchiesta; a vigili del fuoco e Guardia Costiera sarebbe stato intimato di non parlare con i giornalisti. Ieri sera i magistrati hanno interrogato per oltre due ore James Catfield, 51 anni, il comandante del Bayesien, per ricostruire le fasi drammatiche dell’inabissamento e per acquisire dettagli tecnici utili alle indagini. E stamane sono stati ascoltati anche gli altri sopravvissuti, che si trovano all’interno del resort Domina-Zagarella, a Santa Flavia (Palermo).
«Prego per un miracolo»
«Una tragedia degna di William Shakespeare» per l’imprenditore britannico Brent Hoberman, amico di Mike Lynch. Tycoon dell’ hi-tech ribattezzato a suo tempo il “Bill Gates britannico” e guru della sicurezza informatica collegato col mondo dei servizi segreti, Lynch ha fatto rotta sulla Sicilia per celebrare la sua recente assoluzione dopo una dura battaglia legale, durata 12 anni, con il colosso Usa Hewlett-Packard. «Che odissea», sospira Hoberman. Questa è una sorta di tragedia shakespeariana per qualcuno che ha speso 12 anni della propria vita a difendere il suo nome e, avendolo appena riabilitato, va in viaggio per festeggiare assieme a coloro che lo hanno aiutato (a vincere il processo), ma la cui barca viene investita da un disastro di quelli che capitano una volta su un milione. Un destino ingiusto. Prego per un miracolo: Dio, che gran finale sarebbe».
Il Baleysian è un’opera dei cantieri Perini navi di Viareggio. Giovanni Costantino, fondatore e amministratore delegato di The italian sea group, la società quotata in borsa proprietaria degli asset, attribuisce il disastro all’errore umano: «Il tornado era prevedibile. Tutto ciò che è stato fatto rivela una sommatoria lunghissima di errori. Le persone non dovevano essere nelle cabine, la barca non doveva essere all’ancora. E poi perché l’equipaggio non sapeva della perturbazione in arrivo? I passeggeri hanno riferito una cosa assurda, e cioè che la tempesta è arrivata inaspettata, all’improvviso. Non è vero. Era tutto prevedibile. Io ho qui davanti a me le carte meteo. È arrivata all’improvviso un bel niente…».
«Danno di immagine enorme»
«Si chieda: perché nessun pescatore di Porticello era fuori quella notte? Un pescatore legge le condizioni meteo e una nave no? La perturbazione era leggibile appieno in tutte le carte meteo. Non si poteva non sapere. Una nave Perini ha resistito all’uragano Katrina, categoria 5. Le pare che non possa resistere a una tromba d’aria di qua? È buon uso, quando la nave è in rada, avere una guardia in plancia, e se c’era non poteva non vedere la tempesta in arrivo. Invece ha imbarcato acqua con gli ospiti ancora in cabina. Basta un’inclinazione di 40 gradi e chi era in cabina si è ritrovato la porta in alto: lei immagina un uomo di 60-70 anni arrampicarsi per uscire? Sono finiti in trappola, quella povera gente ha fatto la fine del topo. È stato detto che l’albero si è spezzato. Non scherziamo. Abbiamo avuto un danno di immagine enorme e una flessione in borsa. Stiamo valutando possibili azioni a tutela della nostra immagine e credibilità delle Navi Perini».
Intanto, si assiste attoniti al turismo dell’orrore, con persone che fanno a gara per scattare selfie e girare video da postare sui social, con lo sfondo del mare che ha inghiottito il Bayesian.