Rieccola, finalmente. Ci era mancata assai. Asia Argento più belluina che mai. Scagliata senza indugi contro la madre Daria Nicolodi. «A cinque anni mi mandava a comprare la vodka», racconta l’attrice per mancanza di ruoli da protagonista. Nemmeno quello che la propone al Festival cinema di Venezia, nel film Selon Joy di Camille Lugan.
Occasione per rilasciare un’intervista a Sette e costruirsi un alibi impeccabile: «La disintossicazione è arrivata dopo la grazia. Chi ha una dipendenza vera difficilmente riesce a smettere. Direi un cinque per cento. E tutti quelli che ci riescono parlano di grazia: è inspiegabile il motivo per cui alcuni ce la fanno e gli altri no».
«Per ora ce l’ho fatta. Ho molta paura di tornare dov’ero. Ma mi impegno molto attraverso pratiche quotidiane, come la meditazione, per non ricaderci».
«Quarantacinque minuti, un’ora: ogni mattina. Perché la mia naturale condizione sarebbe di andare verso il buio. Le voci, i pensieri parassiti: una sorta di vergogna che ho sin da piccola, un senso di spavento quando devo stare in mezzo agli altri».
Sull’ex Morgan: «È una persona malata che ancora non ha iniziato un cambiamento… Pasolini, dipendente dal sesso, l’ha detto meglio di tutti: non sei tu, è come se ci fosse una persona accanto a te che ti dice di fare queste cose».
«Mi vergogno»
«Quando vedo quello che dicevo o facevo prima mi vergogno. Ogni sei mesi c’era una shitstorm: ma non ero io».
«Gli ultimi fatti legati a Marco sono terrificanti, ma se lui avesse avuto la grazia di desiderare di rimanere pulito non si sarebbe comportato in quel modo».
L’autolesionismo di Morgan
«Non lo sto giustificando: anzi forse pagare può essere l’unica cosa in grado di fermare il suo autolesionismo».
Ogni commento è superfluo, nel caso di Asia Argento. E chi è l’esercente che le vendeva una bottiglia di vodka da bambina? Ci dobbiamo credere?