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Durov esige la protezione francese: “Ho già aiutato in passato i vostri 007” e “aperto una linea diretta” che ha permesso di prevenire numerosi attacchi terroristici

Pavel Durov - Dillingernews.it

Liberatión riporta che il fondatore di Telegram avrebbe fornito alle autorità il codice del suo telefono

Il fondatore di Telegram ha affidato agli investigatori una serie di dichiarazioni durante l’interrogatorio seguito all’arresto di una settimana fa. Durov ha abbozzato una prima difesa, con rivelazioni ora al vaglio di chi si occupa di un’indagine finita sotto i riflettori del mondo.

Secondo Libération, che ha avuto accesso ai contenuti dell’interrogatorio, il trentanovenne russo si è vantato di avere la protezione di Emmanuel Macron. È già quello che aveva dichiarato al momento dell’arresto all’aeroporto del Bourget, spiegando ai poliziotti di essere venuto a Parigi per un appuntamento con il capo dello Stato. Tutto falso.

Un dettaglio smentito dallo stesso Macron giovedì durante la sua visita in Serbia: «Non sapevo che Durov arrivasse a Parigi, e non dovevamo vederci» ha precisato il leader francese secondo cui la magistratura ha proceduto in piena autonomia all’indagine.

Il fondatore di Telegram sembra però deciso a creare un caso politico, mettendo in imbarazzo l’Eliseo. Nel corso delle novantasei ore di fermo, il fondatore di Telegram ha spiegato di avere accordi di protezione con la Direzione generale della sicurezza interna (Dgsi) della Francia e di aver incontrato a Dubai agenti della Dgse, l’agenzia per la sicurezza esterna, aggiungendo che «sarebbe stato inopportuno per lui rivelare informazioni classificate».

“Canale diretto con il controspionaggio francese”

Durov ha poi affermato di aver «aperto un canale di comunicazione ufficiale» con il controspionaggio francese. Una “linea diretta” e un indirizzo email speciale per scambi di informazioni che – sempre nella versione di Durov – avrebbero permesso di prevenire numerosi attacchi terroristici.

Una delle accuse che da tempo viene mossa a Telegram in Francia è proprio quella di non aver collaborato nelle indagini sul terrorismo di gruppi islamici. L’indagine della procura francese che ha provocato l’arresto in realtà è guidata dalla sezione che lotta contro la pedocriminalità che ha emesso un mandato di cattura nel marzo scorso.

Rilasciato in libertà condizionata, previo versamento di una cauzione da 5 milioni di euro e l’obbligo di firma a un commissariato, Durov è ora indagato con dodici capi d’imputazione. Tutte accuse, con pene fino a venti anni di carcere, definite «assurde» dal suo avvocato francese.

Macron come giustifica il suo utilizzo di Telegram? E il passaporto francese a Durov?

Le dichiarazioni di Durov rilanciano i tanti misteri intorno a questo arresto. Macron, che da anni utilizza Telegram per le sue comunicazioni, si è dovuto giustificare per aver dato tre anni fa il passaporto francese al fondatore di Telegram secondo una procedura accelerata riservata di solito a note personalità straniere che danno lustro all’immagine Francia.

Pur presentandosi come un oppositore al regime di Mosca, Durov avrebbe continuato a viaggiare in Russia. Fonti ucraine parlano anche di un recente incontro con Vladimir Putin. Sono tante le ombre di questo cittadino russo che ha la residenza (e il passaporto) negli Emirati Arabi Uniti. Macron sarebbe stato anche costretto – secondo Libération – a chiarire la vicenda dell’arresto con il presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohammed Ben Zayed, il potente Mbz.

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Un ragazzaccio appassionato di sport, cultura e tutto ciò che è assorbibile. Stanco della notizia passiva classica dei giornali e intollerante all'ipocrisia e al perbenismo di cui questo paese trabocca. Amante della libertà e diritto della parola, che sta venendo stuprata da coloro che la lingua nemmeno conoscono. Contrario alla censura e alla violenza, fatta qualche piccola eccezione. Ossessionato dall'informazione per paura di essere fregato, affamato di successo perché solo i vincitori scriveranno la storia.