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Vannacci rischia di perdere gradi: da generale a soldato semplice. Cosa ha combinato?

Generale Vannacci - Dillingernews.it

Nuovo fascicolo disciplinare contro l’eurodeputato leghista che ora potrebbe essere declassato a “militare di ultima fascia”

Quest’estate non poteva concludersi senza qualche sorpresa per il generale Vannacci, anche dal punto di vista disciplinare. Il 25 settembre è prevista l’udienza al Tar che esaminerà il suo ricorso contro la sospensione di 11 mesi dall’impiego di generale, notificata al militare lo scorso 27 febbraio e decisa dai vertici delle forze armate.

Ma non c’è solo questo, perché l’eurodeputato eletto con la Lega ha un altro fascicolo aperto con l’esercito, per motivi simili a quelli che portarono alla prima sanzione, e legati alla pubblicazione del secondo libro.

A vedere le tempistiche che portarono al primo provvedimento, cioè sei mesi esatti, gli esiti di questa ulteriore istruttoria sono ormai vicini e il rischio maggiore che corre il generale è la rimozione dal grado di generale, cosa che lo retrocederebbe quindi a soldato semplice, o anche detto “militare di ultima classe”.

E forse ad uno come Vannacci la cosa non farebbe proprio piacere.

Forse fare due libri non è stata una grande idea

Analizziamo la faccenda: la prima sospensione subita da Vannacci (con dimezzamento dello stipendio per tutto il periodo) era di poco sotto al massimo previsto per questo provvedimento dalla giustizia militare, cioè 12 mesi. Ciò per dire che la condotta del generale fu considerata già assai grave al primo giro dai comandi militari: aver scritto un libro dai contenuti controversi se non offensivi verso svariate categorie, politicamente molto orientati, tra l’altro senza chiedere formale autorizzazione per la pubblicazioni ai superiori, venne giudicato come un comportamento lesivo dell’immagine delle forze armate, che compromise «il prestigio e la reputazione dell’amministrazione di appartenenza».

Dopodiché l’ex comandante della Folgore non solo non rientrò nei ranghi, per così dire, ma fece il bis con un secondo libro, Il coraggio vince, uscito in libreria il 12 marzo. Un volume che non ha avuto lo stesso successo editoriale del Mondo al contrario, ma comunque generoso nel raccontare episodi riguardanti missioni, rapporti con altri contingenti in luoghi di guerra, relazioni con diplomatici e via dicendo. Un ampio pezzo di vita militare, a tratti anche inquietante come ad esempio gli episodi sulle esercitazioni che simulavano la guerra mettendo sotto stress la psiche degli allievi, offerto ai lettori. Le regole interne all’esercito prevedono che ciò che si fa in servizio non può essere raccontato a chiunque. A meno che non si richiedano autorizzazioni specifiche ai superiori, citando ogni singolo episodio che si vorrebbe rendere pubblico.

La “libertà di parola”

Oggi Vannacci è in aspettativa dopo l’elezione a Bruxelles, ma questo non gli ha certo tolto le stellette, che ritroverebbe una volta terminato il mandato. «Non è improbabile che un giorno io possa tornare al servizio militare attivo», ha spiegato giusto ieri in una lettera al Corsera lo stesso parlamentare europeo. A suo sfavore adesso gioca ovviamente l’aver reiterato, per così dire, il comportamento che portò alla prima sospensione, oltre la quale in linea teorica c’è per l’appunto la rimozione.

Dopodiché la sua linea difensiva è sempre la stessa: la “libertà di parola” non può avere limiti o vincoli legati al ruolo, qualunque esso sia. L’amministrazione militare invece agisce secondo «la necessità di tutelare il prestigio, l’imparzialità e l’immagine interna»; prende provvedimenti disciplinari qualora il «militare non possa più svolgere le sue funzioni con pienezza di autorità e credibilità» e «la sua permanenza in servizio possa turbare il regolare e corretto svolgimento delle attività istituzionali dell’ente».

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Un ragazzaccio appassionato di sport, cultura e tutto ciò che è assorbibile. Stanco della notizia passiva classica dei giornali e intollerante all'ipocrisia e al perbenismo di cui questo paese trabocca. Amante della libertà e diritto della parola, che sta venendo stuprata da coloro che la lingua nemmeno conoscono. Contrario alla censura e alla violenza, fatta qualche piccola eccezione. Ossessionato dall'informazione per paura di essere fregato, affamato di successo perché solo i vincitori scriveranno la storia.