Nel panorama dello show business italiano, emergere come giovane talento musicale richiede non solo un’innata passione per la musica, ma anche una dedizione costante e la capacità di navigare in un mondo in continua evoluzione. I giovani artisti di oggi non sono semplicemente cantanti o musicisti; sono visionari che comprendono l’importanza di costruire un brand personale, sfruttando al massimo le piattaforme digitali e social per connettersi con un pubblico sempre più esigente e variegato.
In questo contesto competitivo, è fondamentale distinguersi attraverso un mix di autenticità, innovazione e duro lavoro. Molti giovani talenti stanno riuscendo a ritagliarsi uno spazio significativo, dimostrando che l’industria musicale italiana ha ancora molto da offrire in termini di creatività e originalità.
Tra questi talenti emergenti, abbiamo avuto il piacere di conoscere Andrea Amarù, un giovane artista che ha già raggiunto successi ammirevoli. Andrea rappresenta una nuova generazione di artisti, capace di fondere tradizione e modernità, creando un sound unico che risuona sia con i fan del pop tradizionale che con gli ascoltatori più attenti alle tendenze contemporanee. La sua carriera, seppur ancora all’inizio, è già costellata di traguardi significativi che testimoniano il suo potenziale e la sua determinazione a lasciare un’impronta duratura nel panorama musicale italiano.
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Conosciamo meglio Andrea Amarù
1. Chi è Andrea Amaru e cosa fa nella vita?
“Andrea Amaru è un uomo di 42 anni nato a Torino, di origini siciliane, che incarna lo spirito giovanile e dinamico di chi non si ferma mai. È separato e padre di tre figli, e nella vita si dedica con passione a due mondi distinti ma complementari: è un musicista e cantante, nonché un imprenditore di successo nel campo della ristorazione”.
2. Quali sono i tuoi ricordi più belli legati alla tua infanzia a Torino?
“Cresciuto nel quartiere periferico di Le Vallette a Torino, Andrea ricorda con affetto le giornate passate a giocare a pallone e andare in bicicletta con gli amici di quartiere, che rappresentavano tutto il suo mondo. Nonostante il tempo e le strade diverse prese da molti, Andrea è riuscito a evadere da una vita di strada che ha invece intrappolato altri suoi coetanei”.
3. Come ha influenzato la tua origine pugliese e siciliana la tua passione per la musica e la tua carriera da ristoratore?
“Andrea è profondamente legato alle sue origini e alle tradizioni meridionali. La musica, influenzata dall’amore paterno per la musica classica partenopea, ha sempre avuto un ruolo centrale nella sua vita. Allo stesso modo, la passione per la cucina è stata alimentata dalle sue radici, e grazie al suo ristorante, Andrea ha scoperto un talento naturale non solo nella preparazione dei piatti, ma anche nell’organizzazione del menù”.
4. Cosa rappresenta per te la canzone “Susanna” di Adriano Celentano e come ha segnato il tuo percorso musicale e professionale?
“Susanna” è stata la prima canzone che Andrea ha canticchiato all’età di tre anni, un segnale precoce di una passione per la musica che lo avrebbe portato non solo ad ascoltarla, ma a farla diventare una parte integrante della sua vita”.
5. Quali sono stati gli artisti degli anni ’50, ’60 e ’70 che ti hanno maggiormente ispirato e perché?
“Tra gli artisti italiani, oltre ad Adriano Celentano, Andrea è stato profondamente ispirato da Little Tony, con cui ha avuto la fortuna di stringere una conoscenza personale. Tuttavia, la sua ammirazione si estende a tutti i cantanti di quell’epoca, che considera l’età d’oro della musica italiana e internazionale, con Elvis Presley come idolo indiscusso”.
6. Come sei entrato in contatto con la musica napoletana e quale impatto ha avuto sulla tua vita e sulla tua attività di ristorazione?
“Fin dall’infanzia, Andrea è stato esposto alla musica napoletana attraverso suo padre, che ascoltava artisti come Mario Merola e Sergio Bruni. Crescendo, ha ampliato i suoi gusti con artisti come Nino D’Angelo e Pino Daniele. Questo genere musicale è diventato parte integrante delle sue esibizioni e delle serate musicali nel suo ristorante”.
7. Puoi raccontarci qualche aneddoto legato alle tue prime composizioni con il flauto durante le scuole medie?
“Andrea ricorda con piacere come la sua professoressa di musica notò immediatamente la sua predisposizione naturale per lo strumento e per la musica in generale. Senza bisogno di spartiti, riusciva a riprodurre e comporre melodie, tanto che la sua insegnante gli affidò il compito di assegnare i compiti musicali ai compagni di classe”.
8. Come hai vissuto il momento in cui hai dovuto abbandonare il liceo per frequentare il corso di formazione per arti e mestieri?
“Sebbene andasse bene a scuola, Andrea sentiva la necessità di contribuire economicamente a casa e di ottenere l’indipendenza. Anche se non si pente della scelta, ammette che, potendo tornare indietro, rifletterebbe di più prima di prendere una decisione così importante”.
9. In che modo il tuo lavoro come montatore e manutentore di ascensori ha influenzato il tuo percorso musicale e professionale?
“Lavorare come montatore di ascensori ha fatto capire ad Andrea ciò che non voleva fare nella vita. Ha lasciato quel lavoro per dedicarsi interamente alla musica, una scelta che gli ha permesso di girare l’Europa e vivere esperienze uniche”.
10. Hai mai pensato di riprendere gli studi di musica in futuro? Se sì, in che modo?
“Andrea non ha mai smesso di studiare musica. Crede fermamente che non si finisca mai di imparare, e continuerà a farlo per tutta la vita”.
11. Quali sono i tuoi obiettivi e sogni legati alla musica e alla tua carriera di ristoratore per il futuro?
“Andrea è consapevole delle incertezze che oggi affliggono sia il settore della musica che della ristorazione. Nonostante ciò, è fiero dei risultati ottenuti in pochi anni e cerca di vivere entrambe le sue attività con serenità, senza preoccuparsi troppo del lungo termine”.
12. Cosa ti ha spinto a intraprendere la carriera di ristoratore e come hai avviato il tuo primo ristorante?
“L’idea di avere un locale tutto suo è nata dall’esperienza di organizzare eventi con catering, dove Andrea si occupava dell’intrattenimento musicale. Ha aperto il primo ristorante affrontando molti debiti e superando le difficoltà legate al Covid, ma alla fine ha avuto successo e oggi è anche un ottimo chef”.
13. In che modo la tua passione per la musica si riflette nell’atmosfera e nell’esperienza del tuo ristorante?
“Le serate nel ristorante di Andrea, specialmente durante il fine settimana, sono incentrate sull’intrattenimento musicale. I clienti non vengono solo per mangiare, ma anche per divertirsi e vivere un’esperienza unica”.
14. Come concili la tua professione di ristoratore con il sogno di partecipare al Grande Fratello?
“Andrea è convinto che, se si presentasse l’opportunità di entrare nella casa del Grande Fratello, riuscirebbe a organizzarsi affinché la sua attività non ne risenta. Grazie ai suoi ottimi collaboratori, è sicuro che il ristorante andrebbe avanti senza problemi”.
15. Cosa ti aspetti di ottenere dalla tua eventuale partecipazione al Grande Fratello e come pensi che potrebbe influenzare la tua carriera?
“Andrea non ha grandi aspettative, ma vede la partecipazione al Grande Fratello come un’opportunità per far conoscere il suo vero “io” al pubblico. Indubbiamente, la notorietà potrebbe giovare alle sue attività, ma per lui la cosa più importante sarebbe l’esperienza personale e l’autenticità che potrebbe trasmettere”.