Il nostro simbolo John Dillinger impallidisce confrontato con Renato Vallanzasca, bandito egemone della malavita milanese negli anni Settanta-Ottanta. In acerrima rivalità con Francis Turatello e in seguito alleato di Raffaele Cutolo. Le sue spaventose gesta sono fatte di rapine a mano armata, rapimenti, omicidi, ripetuti tentativi di evasione, sparatorie con le forze dell’ordine fin sulle scale della metropolitana. Condannato a quattro ergastoli, classe 1950, è in carcere da 52 anni. Ormai è devastato dal morbo di Alzheimer e non ricorda più nemmeno lontanamente il personaggio, di bell’aspetto, che veniva chiamato “il bel René”.
Una relazione al Tribunale di Sorveglianza di Milano dell’ambulatorio di psichiatria del servizio di medicina penitenziaria dell’Asst San Paolo lo descrive così: “La condizione più adeguata alla situazione di salute del paziente Renato Vallanzasca è una Rsa, struttura residenziale per persone affette da Alzheimer/demenza. Il suo attuale stato rende difficile la compatibilità con il regime carcerario, anche per la necessità di assistenza sempre più intensa e continuativa”.
Viene caldeggiato “il differimento della pena in residenza sanitaria assistenziale o, se non possibile, il trasferimento da Bollate in un istituto penitenziario dotato di Sai-Sezione di assistenza sanitaria intensiva”.
I suoi legali Corrado Limentani e Paolo Muzzi hanno presentato un’istanza, su cui delibererà martedì martedì 10 settembre, in udienza, la giudice di sorveglianza Carmen D’Elia.
Il Vallanzasca che seminava terrore e fomentava rivolte in carcere ora è un avanzo da ospizio: «Ha perso completamente il controllo, non è assolutamente in grado di badare a sé, è disorientato nel tempo e nello spazio, a tratti emerge la sofferenza di non riuscire a esprimere con il linguaggio quello che si produce nel suo pensiero”.
“Stato di prostrazione”
Quanti cercano di assisterli a Bollate sono in un “visibile lo stato di prostrazione, non formati e preparati per la gestione di un paziente con queste criticità”.
Nel 2010 Vallanzasca aveva ottenuto la semilibertà. Regime revocato quando nel 2014 fu arrestato e condannato a 10 mesi per tentata rapina impropria di un paio di boxer in un supermercato di Milano.
’O Animale
Nel 2020 gli fu negata la libertà condizionale per il mancato “definitivo ripudio del passato stile di vita e l’aver insistito a non confrontarsi con la dolorosità del male arrecato”.
Nel 1979, altro tassello di una personalità romanzesca anche oltre i limiti letterari del “giallo”, Vallanzasca si sposò in galera. Testimone di nozze il boss Francis Turatello, che sarebbe poi stato scannato nel 1981 nel penitenziario di Nuoro da Pasquale Barra, detto ’O Animale’, insieme ad altri tre mafiosi.