Gennaro Sangiuliano è un uomo tra l’incudine e il martello. La Procura di Roma lo indaga per presunti peculato e rivelazione e diffusione di segreto d’ufficio. La Corte dei Conti del Lazio ha aperto un fascicolo per danno erariale, che sarebbe legato al sospetto di spese con denaro pubblico sostenute per Maria Rosaria Boccia.
La mina vagante pompeiana, scheggia impazzita scagliata da una crepa nella maggioranza e grande incognita dell’attuale vita politica, manda su tutte le furie Giorgia Meloni. La premier ha il dente avvelenato con Mediaset, che stasera ospiterà Maria Rosaria Boccia a È sempre Carta Bianca su Rete 4. Pare che Giorgia lo viva come un altro sgambetto dei fratelli Berlusconi, a suo avviso ostili al suo esecutivo.
L’ex wedding planner che per un soffio non è diventata consigliera speciale del prossimo G7 pare inarrestabile. Nonostante si stia deliberando di vietarle l’accesso alla Camera dei Deputati, come trapela dalla Commissione sicurezza di Montecitorio, le sue rivelazioni distillate a poco a poco sono sempre più rischiose per il governo.
I guai che ha rovesciato addosso al povero Sangiuliano detto Genny riguarderebbero, come da indagini in corso, i viaggi in Liguria e in Puglia per presenziare a festival e meeting finanziati dal dicastero della Cultura. Si prospettano controlli anche sull’uso della auto blu del ministro per gli spostamenti della Boccia. Un ulteriore ipotesi al vaglio sarebbe che Sangiuliano abbia compreso nei rimborsi per le sue missioni anche la quota parte per la sua ospite.
La querela della direttrice d’orchestra
La magistratura penale si starebbe anche concentrando, in merito alla presunta rivelazione e utilizzo di segreto d’ufficio, sull’accesso che Boccia potrebbe aver avuto a informazioni riservate del ministero, in particolare sull’organizzazione del G7 della Cultura a Pompei. Altra pioggia sul bagnato cade per opera di Beatrice Venezi, accusata da Boccia di conflitto di interessi per il doppio ruolo di consigliera del Mic e direttrice dell’orchestra al concerto per il G7. La musicista ha annunciato una querela per diffamazione contro l’imprenditrice di Pompei.
L’avvocato di Sangiuliano, Silverio Sica, non appare preoccupato dalle domande di Bianca Berlinguer e dalle risposte di Maria Rosaria Boccia. «Ho visionato le chat dell’ex ministro e sono sereno», dice a L’aria che tira, su La7. «Non ho alcun timore di quello che può dire questa signora». Un colpo al cerchio e uno alla botte, il legale punzecchia la stampa: «Ho qualcosa da dire su questo punto. I giornalisti dovrebbero fare il loro lavoro: si verifica chi è l’accusatore e poi si passa all’accusato. Una certa stampa ha alterato le regole della professione».
La durezza di Lilli Gruber
Alla ripresa della sua Otto e mezzo, Lilli Gruber non prova alcuna pietà per Gennaro Sangiuliano: «Da ministro inetto e colpevole è apparso al Tg1 come un uomo qualunque, contrito e pentito. Ecco fatta l’operazione “è solo una questione personale, di gossip”». La giornalista di lunghissimo corso infilza anche Giorgia Meloni, a suo parere rea di adottare l’espressione “questa persona” quando si riferisce a Boccia: «“Questa persona” intanto ha un nome e cognome, Maria Rosaria Boccia. Meloni è sempre pronta a parlare di quello che una donna dovrebbe o non dovrebbe fare. Attendiamo che ci dica con altrettanta chiarezza qual è la sua idea di come un uomo si ritaglia, e debba ricoprire, il ruolo di ministro. Il senso delle istituzioni, ovvero disciplina e onore, è tra i requisiti?».
Per Maria Rosaria Boccia dimostra una certa simpatia: «In tv se la cava molto bene direi, anche perché dall’inizio ha saputo approfittare di tutte le debolezze ed errori dei parvenu del potere». Agli attacchi subiti dalla premier ribatte: «Sì, sono di parte: dalla parte della Costituzione, della legalità, del giornalismo che si basa sui fatti. In passato è sempre venuta in trasmissione. Ora che è presidente del Consiglio sarebbe più interessante per tutti».