Home CRONACA Leonard Peltier, il “pellerossa” che paga per delitti mai commessi

Leonard Peltier, il “pellerossa” che paga per delitti mai commessi

Leonard Peltier, oggi 80enne, in carcere dal 1976 per due omicidi sulla cui dinamica gravano molti dubbi - Fonte: Web - Dillingernews.it

L’America moderna è stata costruita sul sangue dei nativi, detti Pellerossa nei film western. Si stima che dalla colonizzazione, iniziata alla fine del XV secolo, tra i 55 e i 100 milioni di Indiani d’America siano stati sterminati. Un Olocausto vero e proprio. Uno di loro è ancora vivo, ma rinchiuso da 48 anni in carcere per un duplice delitto di cui non si è macchiato. Si chiama Leonard Peltier ed è il simbolo della lotta dell’Aim (Movimento degli Indiani d’America) per riconoscere ai nativi diritti sempre negati.

Peltier ha appena compiuto 80 anni, segregato in un carcere di massima sicurezza, a Coleman, in Florida, dal 6 febbraio 1976. È stato condannato per l’omicidio di due agenti dell’Fbi, caduti il 26 giugno 1975. Quel giorno avvenne il cosiddetto “Incidente a Oglala”, che è anche il titolo anche del lungo documentario prodotto negli anni successivi da Robert Redford.

D’improvviso due agenti senza alcun segno di riconoscimento piombarono nella comunità di Pine Ridge, territorio degli Oglala Lakota. Una di quelle riserve dove i nativi sono stati esiliati in una patria che gli appartiene da millenni prima degli yankees. Scoppiò una sparatoria con 35.000 proiettili esplosi, con l’arrivo dei rinforzi chiesti dai due agenti che, alla fine, persero la vita insieme a un nativo.

Peltier, inviso all’Fbi e tenuto sotto controllo perché scomodo attivista, fu scelto come capro espiatorio. La sua unica colpa pare sia stata essere nel posto sbagliato al momento sbagliato. Si è sempre proclamato innocente e ha ripetutamente chiesto un nuovo processo.

Nel 2003 i giudici del 10° circuito ammetterono che furono falsate prove, rese testimonianze fallaci e nascoste perizie balistiche. I pubblici ministeri dovettero riconoscere che non era possibile individuare quale arma avesse ucciso i due agenti. Il giudice che emise la sentenza in seguito avrebbe detto: «Qualcuno dovevamo pur mettere dentro».

Perfino il pm che lo accusò lo vuole libero

Nel 2017 perfino James Reynolds, che nel processo era stato pubblico ministero, scrisse al presidente Barack Obama chiedendo un atto di clemenza, che non si ottenne. Per la liberazione di Leonard Peltier hanno lanciato appelli Papa Francesco, Nelson Mandela, Desmond Tutu, Rigoberta Menchù, Amnesty International, Human Rights Watch, Madre Teresa di Calcutta, il Dalai Lama e Michail Gorbaciov.

Nel 2022, un rapporto del Gruppo di lavoro dell’Onu sulla detenzione arbitraria ha chiesto il suo rilascio immediato. Eppure, lo scorso luglio il Parole Board (Commissione per la libertà condizionale) ha detto di nuovo no.

Un attivista del Comitato di solidarietà per Leonard Peltier – Fonte: Ipa – Dillingernews.it

La speranza in Biden

Il Comitato di solidarietà con Leonard Peltier in Italia si sta mobilitando con incontri, proiezione di un documentario e diversi sit-in a Milano, Genova, Napoli, Firenze, davanti ai consolati Usa e a Roma davanti all’ambasciata.

L’ultima speranza per Leonard sarebbe un atto do clemenza  del presidente uscente Biden. Gli sono state recapitate petizioni individuali e collettive, via posta o sul sito della Casa Bianca.

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