La reporter è accusata di ingresso illegale nella regione di Kursk. Insieme a lei l’operatore Simone Traini
Dopo l’inchiesta aperta dai servizi di sicurezza dell’Fsb, ora si è mosso anche il ministero dell’Interno della Federazione russa inserendo la giornalista Rai Stefania Battistini e l’operatore Simone Traini nella lista dei ricercati.
Non solo, con lei ci finiscono anche altri reporter internazionali, Nicholas Simon Connolly della tedesca DW e le giornaliste ucraine Natalya Nagornaya, Diana Butsko e Olesya Borovik. Lo riferisce la Tass citando il database del ministero dell’Interno.
«Un atto di violazione della libertà d’informazione», ha dichiarato la Rai in un comunicato, «hanno svolto in modo esemplare e obiettivo il proprio lavoro di testimoni degli eventi. La Rai continua a svolgere il proprio ruolo di Servizio pubblico anche grazie alla coraggiosa attività dei propri giornalisti e inviati e si riserva di operare in ogni sede per denunciare la decisione del governo russo a difesa della libera informazione e a tutela della propria giornalista e dell’operatore».
In seguito alla decisione del ministero dell’Interno russo, Antonio Tajani ha fatto sapere di aver convocato l’ambasciatore della Russia in Italia «per manifestare la nostra sorpresa a causa della singolare decisione di Mosca di inserire la giornalista Battistini nella lista dei ricercati».
Il servizio per il Tg 1 nel Kursk ritenuto atto ostile dalla Russia
A metà agosto Battistini, insieme all’operatore Simone Traini, aveva seguito una squadra di militari ucraini nella regione russa di Kursk, appena dopo l’avanzata delle truppe di Kiev nell’area per la realizzazione di un servizio andata in onda sul Tg1. La Russia lo ha ritenuto un atto ostile, definendolo un «ingresso illegale» in violazione «delle leggi russe e delle regole elementari dell’etica giornalistica» e accusando i giornalisti di essere «complici dell’aggressione».
La Tass cita il database ministeriale: «Battistini Stefania. Nata il 16 aprile 1977. Ricercata ai sensi di un articolo del codice penale della Federazione Russa», sottolineando come non sia specificato il capo d’accusa ma che per l’ingresso illegale in Russia è prevista una pena fino a 5 anni di reclusione. Tra i ricercati per un’inchiesta penale anche il corrispondente della Cnn Nick Walsh.