Home CRONACA Marina Berlusconi, l’incognita a Palazzo

Marina Berlusconi, l’incognita a Palazzo

La presidente della Mondadori Marina Berlusconi - Fonte: Ipa - Dillingernews.it

La politica è anche l’arte di nascondere o edulcorare le decisioni vere, maturate nei salotti del potere molto più che nelle sedi istituzionali. Per questo venire a conoscenza di un incontro tra Marina Berlusconi e Mario Draghi, alla presenza di Gianni Letta, ospitati nella casa della presidente Mondadori, inquieta i corridoi di Palazzo. Ufficialmente nessuno si esprime. Però è nota una certa ruggine tra i fratelli Berlusconi e il governo Meloni. Che cosa bolla in pentola e quale trama stia tessendo Letta, l’Henry Kissinger della diplomazia, si può solo ipotizzare.

I portavoce di Marina Berlusconi si limitano a dire che è stato «un incontro di cortesia già pianificato da tempo, oltre che un’occasione di conoscenza reciproca. Rientra nella prassi consolidata di incontri a vari livelli che la Presidente Berlusconi svolge in qualità di imprenditore».

Come no, tutto qua. Uno degli uomini più potenti del mondo, presidente della Banca centrale europea, si scomoda ad andare a casa di un’imprenditrice solo per cortesia. Peraltro, un ex presidente del Consiglio elogiato apertamente dalla figlia del Cavaliere: «Ha restituito il giusto peso a valori come serietà e autorevolezza. Con lui ci siamo liberati di molti apprendisti stregoni e siamo tornati all’etica della competenza». “Apprendisti stregoni”, due parole pesanti come macigni.

Parole che echeggiano nei ministeri e nelle Camere, saputo dell’incontro con Draghi. Nessuno ha dimenticato la polemica con l’esecutivo sui diritti Lgbt, difesi da Lady Marina. Il governo Meloni ha davanti a sé un’intricata matassa da sbrogliare, soprattutto la legge di bilancio, con tutte le pressioni che comporta. Inoltre, la premier tesse la sua tela per la nomina di Raffaele Fitto a Commissario e vicepresidente della Commissione Ue.

L’ombra di “SuperMario” in questo contesto potrebbe non essere rassicurante, specialmente per il ruolo di Gianni Letta, il più abile rappresentante di Forza Italia quando si rende necessario immergersi nelle trame della politica e trovare nessi imprevisti tra gli obiettivi delle forze di governo.

L’imprudenza di Tajani

Il leader di Forza Italia Antonio Tajani scatta come una molla per dare la sua interpretazione sul colloquio a casa Berlusconi: «Marina Berlusconi è un’imprenditrice importantissima, che incontra l’uomo che ha scritto il documento sulla competitività: credo che sia normale che un’imprenditrice si incontri con Draghi, che conosce l’economia europea. Un imprenditore vuole capire quali sono le prospettive dell’economia nei territori dove opera, quindi non trovo nulla di strano, anzi, è l’esatto il contrario». 

Alla faccia del semplice incontro di cortesia e di conoscenza reciproca. Tajani pesta una cacca di cane, smentendo i portavoce di Lady Berlusconi: se sul tavolo dell’incontro c’erano davvero i nodi che illustra, al lordo degli intrecci tra economia e politica, c’è una montagna di carne al fuoco.

Il presidente della Bce Mario Draghi e l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Gianni Letta – Fonte: Ipa – Dillingernews.it

Giocare d’astuzia

Nel suo ufficio a Palazzo Chigi, Giorgia Meloni riflette sicuramente sui possibili disegni tracciati in questo incontro. Sa bene che tra il presidente della Bce e Letta c’è una stretta e duratura intesa. Ricorda la stima di Silvio Berlusconi, che lo propose come governatore della Banca d’Italia e poi come presidente della Bce, fino a votare la fiducia al suo esecutivo presieduto nel 2021. La premier dovrà giocare d’astuzia, dote in cui eccelle, nei prossimi giorni, quando riceverà Mario Draghi per un colloquio a quattr’occhi. Sottolineiamo a quattr’occhi, ricordando che Meloni ha appena frapposto una distanza di sicurezza con i poliziotti a Palazzo Chigi. Negli incontri di questo livello, dove non si parla in politichese ma si dicono cose che sarebbe opportuno rimanessero all’oscuro perfino degli alleati di governo – non parliamo dell’opinione pubblica – ci devono essere solo quattro orecchie.

Giorgia Meloni sta preparando la legge finanziaria, lunedì prossimo incontrerà il primo ministro britannico a Roma, poi volerà al vertice dell’Onu a New York. È molto soddisfatta dei sondaggi sul consenso a Fratelli d’Italia. Persino gli aspiranti politologi tengono bene a mente che sui piatti della bilancia sia i sondaggi sia i suffragi pesano meno dei segreti nei rapporti tra politica, magistratura e media. In Italia abbiamo visto tanti governi appoggiati dal voto popolare cadere, perdendo la fiducia delle Camere, schiacciati dalle brame di altri leader di partito. La politica è l’arte di nascondere, dissimulare, persino mentire spudoratamente. “Dirty job, my job”, motteggiano gli anglosassoni. È un lavoro sporco, ma è il mio lavoro.

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