Il rapporto tra Guido Crosetto e l’Aise (Sistema di informazione per la sicurezza nazionale) è sul tavolo del Comitato parlamentare per la Sicurezza della Repubblica (Copasir). Si dovrà fare chiarezza su una frase pronunciata dal ministro della Difesa pochi giorni fa, quando si era detto «preso di mira e spiato dai servizi segreti». È un altro tassello di quella “sindrome da accerchiamento” che contagia l’esecutivo e la stessa Giorgia Meloni, attratta da ipotesi complottistiche dopo i casi Lollobrigida, Toti e Sangiuliano.
Esiste un verbale datato 22 gennaio 2024 del colloquio tra Crosetto e il procuratore di Perugia, Raffaele Cantone (ora alla commissione Antimafia), dove il ministro affermerebbe: «L’Aise non mi informa e nemmeno coopera».
Lo ha pubblicato Il fatto quotidiano innescando una miccia. Il Guardasigilli esprimeva altresì «preoccupazione in relazione alla pubblicazione di articoli con informazioni riservate».
Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano dirama una nota ufficiale: “Ringrazio il generale Gianni Caravelli e gli uomini e le donne appartenenti all’Agenzia informazioni e sicurezza esterna, da lui diretta, per lo straordinario lavoro svolto al servizio della Nazione”.
“Ha contribuito a elevare il livello di sicurezza e di conoscenza da parte del Governo dei tanti scenari di crisi. Il contributo di Aise è frutto di competenze elevate e di lealtà verso le istituzioni”.
“Piena fiducia”
Crosetto conferma: «La nota del sottosegretario Mantovano, che ribadisce la sua piena fiducia nei servizi e in particolare verso l’Aise e i suoi vertici, è stata pienamente concordata tra di noi».
«Anche per smentire la pericolosa ricostruzione del Fatto, basata su una parte della denuncia da me fatta alla procura di Perugia a seguito di quella che scoperchiò il verminaio del dossieraggio».
“Non bastano pochissime mele marce”
E ancora: «È evidente che il tentativo di chi ha costruito la sua fortuna su rapporti poco coerenti e trasparenti tra pezzi di Stato ed alcuni quotidiani sia infastidito da una politica che non ha paura di presentarsi alla magistratura per esprimere le proprie preoccupazioni o per collaborare esponendo fatti».
«Come ho già detto, non bastano pochissime mele marce ad intaccare istituzioni con cui collaboro ogni giorno per difendere la nostra Repubblica e le nostre istituzioni».