Il Partito democratico di Elly Schlein più che crescere, avanza a fatica. Con tutto quello che è successo nell’ultimo periodo a destra, tra le rivelazioni di Maria Rosaria Boccia, le dimissioni di Gennaro Sangiuliano da ministro della Cultura e la vicenda dell’ex governatore ligure Giovanni Toti, ci si sarebbe aspettati qualcosa di diverso. E invece.
I dem avrebbero potuto approfittare di questi episodi per guadagnare qualche consenso in più. O almeno questo era il piano. A crescere, al contrario, è il gradimento del governo Meloni.
All’interno del Pd, stando a quanto racconta il Corriere della Sera, circolerebbero tre convinzioni diverse: quella del vertice del Nazareno, secondo cui alle Politiche ci sarà il cambio alla guida del Paese; quella dei riformisti, secondo cui sarebbe in moto una macchina della propaganda incapace di costruire una coalizione; e infine chi alimenta un clima di lamentele silenziose.
A qualche dem, in particolare, non sarebbe andata giù la promessa tradita dell’estate militante, con la segretaria che addirittura sarebbe scomparsa per un certo periodo di tempo. Secondo i sondaggi, l’assenza mediatica avrebbe giocato un ruolo importante nella caduta.
Com’è stata gestita la vicenda di Matteo Renzi?
Qualcun altro invece contesterebbe a Schlein il modo in cui è stata gestita la vicenda di Matteo Renzi. Una gestione che avrebbe portato problemi non solo nei confronti di 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra, ma anche all’interno del Partito democratico stesso, preoccupato dalle ultime performance elettorali, non proprio positive, del leader di Italia Viva.
Ad allarmare i dem anche le fondamenta del cosiddetto campo largo, che non sembrano essere solide. I partiti di sinistra non presentano molti elementi di coesione. In più, non si starebbe tenendo conto del gradimento di Giorgia Meloni, che continua ad essere apprezzata dagli elettori.