Il pm: ha fatto tutto da sola. I resti del secondo corpicino risalgono a un anno fa. La verità dall’autopsia. La madre del fidanzato: “Nessuno l’ha aiutata? Impossibile, non ci credo”. Qualcosa non torna
Ha messo al mondo il suo bimbo nella casa familiare, “in solitudine”, forse inducendo lei stessa il parto. Ma quel piccolo corpo inerme e innocente nascondeva un segreto indicibile custodito per circa 9 mesi. Così lo ha rinchiuso in un sacchetto e lo ha seppellito in una buca scavata nel giardino sul retro della villetta. Era il 7 agosto, e nessuno si sarebbe accorto di niente in quella abitazione di Vignale di Traversetolo, sulle prime colline della dolce Val d’Enza parmense. E, forse, non era la prima volta che la terra sotto quel perfetto pratino all’inglese è stata tomba per un infante.
La studentessa di appena 22 anni non solo ha partorito “senza l’aiuto né la presenza di nessuno”, soprattutto è riuscita a nascondere il suo stato a tutti. I familiari, il fidanzato coetaneo, amiche e amici: gli inquirenti, “allo stato degli atti”, li considerano totalmente estranei a quell’orrore domestico. Tanto che due giorni dopo la ragazza coi genitori e il fratello sono partiti per una vacanza negli Usa, postando sui social selfie in cui sorridevano contenti da New York.
Nelle stesse ore in cui lei saliva sull’aereo, il 9 agosto la nonna – lasciata a custodire la villetta e a dar da mangiare ai cani – ha visto la terra smossa, fatto l’agghiacciante scoperta e dato l’allarme. Nessuna complicità anche esterna. Il procuratore capo di Parma, Alfonso D’Avino, ieri con una sobria comunicazione ha anche specificato che la giovane non è stata seguita da alcuna figura professionale, ginecologo o medico di famiglia; smentita anche l’ipotesi – che circolava in paese – della collaborazione di una conoscente con formazione sanitaria.
Il magistrato ha purtroppo confermato qualcosa a cui altrimenti si farebbe fatica a credere: sì, la settimana scorsa sono stati rinvenuti altri resti umani. “Vanno svolti tutti gli accertamenti del caso (soprattutto di natura tecnica medico-legale) per delineare gli esatti contorni della vicenda, anche di carattere temporale”. Bisogna capire, insomma, quando l’altro bimbo sia nato: se nel 2023, o in un periodo antecedente.
La mamma del fidanzato: “Non può aver fatto tutto da sola, non è possibile!”
L’indagata deve rispondere del reato di occultamento di cadavere; non chiaro se l’uccisione del piccino sia qualificata come infanticidio oppure come omicidio volontario, eventualmente con premeditazione. L’avvocato Nicola Tria, suo difensore, per ora non intende commentare. “Non può aver fatto tutto da sola, non è possibile!”, afferma Sonia, barista a Traversetolo, madre del ragazzo che tra alti e bassi da tempo era “moroso” della studentessa. Non si dà pace, ma è “sollevata” che la procura abbia acclarato l’estraneità di suo figlio da quell’orrore. Il ragazzo è “devastato. Di più… Si conoscono dalle elementari, stavano insieme… L’abbiamo vista due giorni prima di quel 9 agosto”, cioè la data del parto.
La donna conferma quanto già altri compaesani ci hanno raccontato: nessuno si era reso conto che fosse incinta. “Ha girato tutta l’estate con la pancia scoperta. Ma vedremo, non può aver fatto tutto da sola”. Dopo l’orribile rinvenimento, sia la studentessa che i suoi familiari hanno provato a contattare quella del ragazzo. “Ma non ho voluto avere contatti, non li voglio più vedere”, taglia corto Sonia. La domanda che sorge spontanea è: com’è possibile che nessuno si sia accorto di nulla? Ai lettori l’ardua sentenza.