Nei primi giorni di scuola i genitori italiani hanno chiesto il trasferimento dei figli in altri istituti, sbilanciando del tutto la composizione delle classi
Gli alunni avrebbero dovuto iniziare la classe prima nell’istituto Alfredo Aspri di Fondi (Latina) ma i loro genitori hanno chiesto il trasferimento.
Così dodici studenti si sono trovati al centro dell’annosa problematica della composizione delle classi in presenza di un numero elevato di iscritti di origine straniera.
I bambini e le bambine sono infatti stati spostati dalla prima elementare a cui erano stati assegnati perché c’erano «troppi bimbi stranieri». La preside dell’istituto, Adriana Izzo, si è definita «amareggiata e dispiaciuta» per la decisione dei genitori dei bambini coinvolti, poiché lei si è sempre vista predisposta all’integrazione.
Mentre il presidente della comunità indiana del Lazio annuncia: «Oggi i ragazzi sono andati regolarmente a scuola, ma devono mischiare le classi: fino ad allora non ci fermeremo».
I genitori non hanno poi così torto: non si possono avere classi di soli stranieri
La questione era già scoppiata e poi rientrata in Trentino-Alto Adige. In quel caso si parlava di studenti italiani e stranieri “divisi” da quelli tedeschi. Ma è una questione che si ripropone all’inizio di ogni anno scolastico. L’iscrizione di numerosi studenti di origine straniera può comportare in alcuni istituti delle alterazioni notevoli nella composizione delle classi. Una circolare dell’allora ministra dell’Istruzione Mariastella Gelmini fissava al 30% la quota di studenti stranieri per classe. Un tetto flessibile che può essere aggirato in presenza di determinate circostanze.
Ma a Fondi a inizio anno si era raggiunto una percentuale ritenuta inaccettabile dai genitori: «Nel corrente anno scolastico il numero degli studenti di diverse etnie iscritti alla classe prima di scuola primaria ha superato il 50%», riferisce a la Repubblica Adriana Izzo, la preside dell’istituto Aspri. Così «nelle prime settimane di settembre si è verificato un improvviso e significativo trasferimento di studenti di nazionalità italiana verso altri istituti, che ha determinato classi con la sola presenza di alunni stranieri, alterando la precedente e più equilibrata composizione delle classi prime», spiega Izzo. Si sono infatti formate tre classi: una di studenti indiani e bengalesi, una con albanesi e pakistani e, infine, una di soli italiani.
«Sempre per l’inclusione», ma l’inclusione ha un limite.
«Il nostro istituto ha da sempre avvertito forte il senso di responsabilità derivante dalla scelta di queste famiglie e ha posto al centro dell’offerta formativa l’inclusione e la personalizzazione di percorsi che possano garantire a tutti il successo formativo», racconta la preside Izzo. La composizione delle classi è stata in un certo senso “obbligata” anche per i lavori nella sede centrale e i pochi spazi disponibili. «Gli eventi verificatisi mi hanno profondamente rattristato per i principi ed i valori che ispirano il mio operato come persona prima e come dirigente scolastico nella pratica quotidiana», commenta la dirigente. Al rammarico però fa seguire la determinazione: «In questo primo periodo dell’anno scolastico dedicato proprio all’accoglienza e alla rilevazione dei bisogni reali dei singoli studenti, le criticità emerse saranno superate attraverso la riorganizzazione dei gruppi classe e l’attuazione di modelli organizzativi e didattici aperti e collaborativi».
Il presidente della comunità indiana del Lazio Gurmukh Singh guida le proteste dei genitori degli studenti di origine straniera. La comunità vuole evitare la separazione dei propri figli dai coetanei italiani. Una prima risposta sarebbe arrivata, come riporta Ansa, dall’Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio. L’Usr, dopo aver parlato con la dirigente Izzo e con gli uffici dell’Ambito Territoriale di Latina, ha inviato una nota alla preside dell’Istituto Alfredo Aspri in cui invita a riequilibrare la composizione delle classi prime «con l’obiettivo di ristabilire un giusto bilanciamento tra studenti italiani e stranieri».