Il 50enne Lorenzo Carbone, disoccupato, ha puntata su di sé la telecamera di Pomeriggio 5, condotto da Myrta Merlino. Visibilmente stravolto, confessa in diretta tv di aver strangolato la madre Loretta Levrini, 80 anni. «Non ce l’ho fatta. Sono stato io. Sto male», singhiozza l’uomo. Siamo a Spezzano di Fiorano, nel modenese, borgo noto per il museo del presepe etnico. Sparito dal giorno prima, Carbone era di rientro a casa della madre. Appostata, la troupe ha conquistato il suo “scoop”. Un esempio paradigmatico della “Tv del dolore”, buona a fare audience e dare agli inserzionisti modo di vendere più pannolini, biscotti, automobili, plin-plin & compagnia bella. Il giornalismo è un’altra cosa.
«Non lo so, non ce la facevo più!” si sfoga Carbone. «Mia madre era tra la demenza e l’Alzheimer e a volte diceva cose… Non ce la facevo più, è stato d’istinto, non lo so perché».
L’inviato del programma Fabio Giuffrida gli chiede se chiamare i Carabinieri, lui ormai completamente arreso risponde «Sì. Come sto? Sto male…” ripete. Che cosa lo ha spinto al gesto? «Perché non riuscivo a gestirla. Non so perché l’ho fatto, non lo so».
«Questa notte sono stato a Pavullo ma non ho dormito da nessuna parte», racconta Carbone. «Giravo per strada a piedi. Nascosto no, non mi sono nascosto. Non riesco a stare calmo. La mamma ogni tanto mi faceva un po’ arrabbiare ma non è che diventassi proprio “matto”, ecco».
«Mi faceva solo un po’ arrabbiare perché diceva sempre le stesse cose: «Perché la Nadia, mia sorella, ha fatto il letto. Perché ha fatto questo?”. Io non ero in cura da nessuna parte».
«Mi è venuto così, d’istinto l’ho fatto. L’ho strangolata, prima ho provato con il cuscino, poi ho tolto la federa e ho provato con la federa e dopo ho usato i nastrini, i lacci. Non so cosa dire».
I carabinieri arrivano in piazza delle Rose per scortarlo in caserma. L’ultimo a vederlo era stato il titolare della pizzeria sotto casa, dove ogni sabato sera alle 19 prendeva due pizze, una per lui e una per la madre.
«Era tranquillo», sospira il pizzaiolo. «Abbiamo anche fatto una battuta sul maltempo di questi giorni. Non avrei mai pensato a un gesto simile».
Sui social è dibattito aperto sulla sensatezza di offrire in pasto ai telespettatori l’ennesimo “mostro”. Esisterebbe il diritto alla privacy, innanzitutto. E forse il raziocinio giornalistico di limitarsi a ottenere la notizia, senza poi insistere e indulgere sul viso e sul pianto disperato di una persona che ha appena distrutto la vita di sua madre e la propria.